Di Riccardo Storti
Nella primavera del 2020 stavo lavorando ad alcune schede discografiche relative al 1980 per quello che sarebbe diventato un volume dedicato a quell'anno; mi riferisco a 80 x 100, curato da Paolo Carnelli e giunto alle stampe lo scorso giugno. Tra i lavori proposti, anche Trasparenze, di Riccardo Zappa, un LP da riscoprire e da fare conoscere per bellezza estetica ma anche per complessità strutturale e ricchezza di dettagli.
Proprio perché volevo capirne di più, in fase di revisioni (quindi intorno a dicembre 2020), decisi di contattare il compositore lombardo per rivolgergli alcune domande puntuali circa quello che mi stavo chiedendo da 40 anni. Sì, perché io conosco Trasparenze da quando fu pubblicato e lo adocchiai nella collezione di una cara amica d'infanzia (Antonella Fasce) che, colpita dalla mia curiosità, non esitò a donarmi il vinile.
Peccato che poi la scheda non sia stata pubblicata: ho compensato riportando la mia analisi sul mio blog; a questo punto mi sono chiesto se non fosse anche il caso di divulgare l'intervista (di cui l'interessato fu messo al corrente già nel 2020) e di proporla alla redazione di Mat2020. Buona lettura.
Qual è la genesi dell'album e come si differenzia rispetto ai precedenti?
Trasparenze è, cronologicamente, il mio terzo album, preceduto da Celestion e Chatka. Di questi, il primo è un tipico album d' esordio, dove capisci se il tuo linguaggio può essere, o meno, compreso dalla gente; mentre il secondo ha avuto una genesi più complessa e ragionata. Trasparenze, dunque, è l'opera delle conferme e delle grandi aspettative; segna il passaggio editoriale dalla piccola ed “alternativa” (oggi si direbbe “indie”) Divergo a DDD/RCA. Il contratto prevedeva la realizzazione di ben cinque album in cinque anni. Qualsiasi autore, con una simile prospettiva, concepisce le cose assai più serenamente.
La chitarra a 12 corde prevale e viene usata anche come strumento solista: come si inquadra questo passaggio rispetto alla 6 corde?
Vidi una Ovation 12 corde nella vetrina di Milanfisa; e qui bisogna contestualizzare: mentre oggi tutti i chitarristi possono dibattere compiutamente di qualsiasi strumento esistente, in quegli anni era un miracolo poter avere fra le mani un microfono professionale, un amplificatore o una chitarra veramente innovativa. Come in altre innumerevoli occasioni della mia avventura musicale, acquistai quella 12 corde confidando che la sorte avrebbe portato qualcosa di positivo.
Come arriva il cameo di Venditti?
In quel periodo Antonello stava al castello di Carimate sia per impiegarne gli studi di registrazione, ma anche per viverci a tempo pieno. Dunque, ci conoscemmo perché un giorno venne dove io stavo lavorando, e, assai simpaticamente, fu lui a propormi di intervenire vocalmente; cosa che accettai di volata.
Cosa ricordi delle session in studio al Castello di Carimate? Come è stato lavorare con i musicisti? Calloni, Tempera, Clark, Preti e Pellegrini...
Il Castello di Carimate era un luogo incantato: una sera arrivò Lucio Dalla, che seguì, seduto in poltrona, le registrazioni di 56 misure inedite gustandosi un bicchiere di Bourbon. Ed ancora: è capitato che stessi riflettendo su quale potesse essere lo strumento più adatto a portare il tema finale di Trasparenze, quando dalla vetrata della regia, che dava sul cortile del castello, vidi entrare un tir rosso con la grande scritta bianca Pooh. Loro, infatti, stavano lavorando nello studio attiguo al mio.
La prima cosa che venne scaricata erano delle campane tubolari, e sono proprio quelle che si sentono nella mia traccia, già che, molto gentilmente, Stefano D' Orazio acconsentì che mi fossero messe a disposizione. Se oggi è prassi comune realizzare i progetti discografici tramite lo scambio a distanza di files, in quel periodo era normale, viceversa, un'interazione profonda fra tutti quanti noialtri musicisti.
Da dove nasce l'idea di utilizzare anche sonorità elettroniche, regalate non solo dai sintetizzatori analogici, ma anche da certi effetti utilizzati per le chitarre?
È un'idea che parte da lontano, cioè da quando compresi, sin da Celestion, che avrei dovuto assolutamente cambiare il suono della mia chitarra classica. Quindi, se impiego un determinato effetto, è perché cerco di accompagnare l' ascoltatore verso atmosfere mai sentite prima.
Trasparenze: il tema iniziale ha un'ispirazione rinascimentale?
Sì, ma non solo; ho avuto il piacere di essere riuscito a sviluppare un attraversamento di diversi stili musicali. Ma ciò non basta. Credo che quel brano contenga una serie di sequenze, di intervalli di tono, che, ancora oggi, permangono assai efficaci e presenti negli ascoltatori. Gli autori non sanno bene cosa sia a scatenare questo prodigio, altrimenti si potrebbe replicare sempre tale formula.
Ascoltando brani come Synthesis e Datsun Blues, ti chiedo: quanto c'è di rock in questo disco?
I miei album sono sempre a rischio di apparire disomogenei per l'alternarsi di una proposizione classica, subito seguita da un'altra decisamente rock, ed un'altra ancora, folk. Se si è in grado di gestire diversi stili musicali, bene sia il proporli senza paura. Una scelta che condivido con molti colleghi autori consiste nel non ascoltare troppa musica altrui. Ciò consente di evitare, anche inconsciamente, di impiegare spunti compositivi sfacciatamente rispondenti ad altri.
56 misure inedite: sembra quasi un preludio tardo-rinascimentale per strumento a tastiera (un clavicordo) o per liuto.
Sì, è un tipico brano che può prendere vita solo impiegando una 12 corde, Dopo di che, meglio ancora se sia ugualmente godibile suonato da una classica, da un'arpa o da un pianoforte.
Archipelagos Aegeon: contatti con la musica popolare-folk mediterranea?
Certo, ho sempre avvertito molte affinità con la musica strumentale greca e turca, forse perché è caratterizzata dall'impiego della doppia corda.
Così diversa... Eppure...: fingerpicking didattico?
Lo dice il titolo: trattasi di una sonata unica nell' intera mia produzione. Questo brano è oggetto di studio per i principianti, dato che non presenta particolari difficoltà d' esecuzione.
Hai qualche aneddoto da legare a questo disco?
Curiosamente, una delle domande che Gerry Scotti ha presentato in uno dei suoi giochi a quiz è stata: "Suonava Trasparenze". Che la risposta fosse “Riccardo Zappa”, e che il concorrente avesse risposto giustamente, può stabilire che si tratta di un album di nicchia fin che si vuole, ma forte di alcuni contenuti fruibili da tutti, come, appunto, il brano citato qualche riga sopra (Così diversa...eppure...)