Non vi è  pittore al mondo, nemmeno dedito al più severo astrattismo, che riuscirebbe a rappresentare adeguatamente il carattere controverso di Albino Galuppini. Egli è la quinta essenza della a-normalità in stretto senso etimologico. Privazione della norma come costante distacco dal luogo comune, dalla banalità quotidiana, dal perbenismo per  ”senito dire” in televisione.
Conosciamo dalla psicologia spicciola che la normalità non esiste, essa è un punto mobile verso il quale tutti tendono, o credono di tendere, ma che nessuno raggiunge.
Ora, Albino  è il tipico personaggio che quel punto mobile rifugge e aborrisce come se da detto ente qualcuno scendesse  a vomitargli sulle scarpe.
Naturalista, paleontologo, astronomo, chiromante, ufologo, ambientalista, complottista professionista, inoltre filosofo e teologo “in pectore”, sono solo alcune delle sue “specializzazioni”. Di qualsiasi teoria balzana, di qualunque ipotesi bislacca abbiate voi mai udito, ebbero, sappiate che di essa egli si è occupato in vita sua per un qualche tempo. Di conseguenza era assolutamente inevitabile che prima o poi approdasse su Yastaradio,  pallido rifugio dei “senza punto mobile”.