Chewingum

 Recensioni

ROCKIT (06-02-2008)

La seconda cosa da andare
Tafuzzy / Marinaio Gaio / About a boy (2007)
di Marco Villa

Chewingum sa di zucchero e si appiccica. Incipit banale, ma efficace nel descrivere le due caratteristiche principali di questo trio di Senigallia, autore di una decina di pezzi dolci e buoni che si incollano alle labbra dopo un rapido passaggio tra orecchie e cervello. Amore, amicizia, (post)adolescenza, provincia, in un'idea tondelliana depurata di tutto ciò che è abrasivo, sorta di ossimorica versione solare del negativo fotografico de Le luci della centrale elettrica. Rapporti umani giocati in punta di dialogo e di gesti minimi, a descrivere psicologie non superficiali nonostante le poche parole utilizzate. Le sensazioni viaggiano tra Belle and Sebastian, Badly Drawn Boy e una sintesi di Ivan Graziani e Samuele Bersani, in un equilibrio pop in cui una fisarmonica o un fiato spuntano proprio là dove dovevano esserci. È un disco che si struttura come un continuo dentro e fuori tra interiorità e contesto, con la prima a definire il secondo. I luoghi fisici si tramutano in prolungamenti della mente, così come situazioni atmosferiche ed oggettive cambiano in seguito a sensazioni personali e soggettive. È un disco che parla di persone e luoghi in modo tutt'altro che banale o piatto e con il doppio valore aggiunto di farlo attraverso canzoni in grado di accomunare la possibilità di una lettura stratificata e una pura essenza pop. Se esistesse un telefilm adolescenziale non idiota, "La seconda cosa da andare" sarebbe la miglior colonna sonora possibile.

 

VITAMINIC (11/2/2008)

Chewingum: La seconda cosa da andare (Marinaio Gaio / Tafuzzy / About a boy)

Nur Al Habash

Ciliegie e liquirizie, una sfida col mitico grillo parlante come ghost track e suono rosa e appiccicaticcio come gomma da masticare. I Chewingum sono il gruppo più twee che il panorama italiano possa concederci, e a pensarci bene forse anche l'unico.
Arrivano da Senigallia e si fanno ambasciatori di un suono fresco come un ghiacciolo al limone, perfetto per le giornate che iniziano col sole che splende fuori dalla finestra e finiscono con un bel bacio, perfetto per la primavera che col primo caldo promette sempre di più, sempre meglio.
La seconda cosa da andare è il delizioso debutto che conferma le speranze e le aspettative che tutti noi avevamo riposto nell'amato Eppi (Vitaminic ne aveva parlato qui): canzoncine allegre che sputano estate da tutti i pori, atmosfera eternamente adolescenziale e naïf di compiti di matematica e gite al mare, ritornelli da cantare fino allo sfinimento, fino all'ultimo sorriso. In più ci sono arrangiamenti riveduti e perfezionati, quel pianoforte che punteggia il ritornello di Giulio Claudia che tintinna nelle orecchie come un soffio, le chitarre che scorrono morbide sotto le dita, le fisarmoniche e le trombe messe li apposta per saltellarci sopra. Un pò come dei La casa azul più acustici e italiani, ma altrettanto cartooneschi, i Chewingum occupano un posto nel pop di casa nostra che fino ad ora era stato scandalosamente vuoto. E lo riempiono con l'inconfondibile voce fanciullesca e sospirata che canta (in italiano!) di storielle e fantasie (un titolo su tutti: Io mi faccio i film), dei diciannove anni in autostop, dei pomeriggi passati nelle biblioteche.
Provate solo ad ascoltare la frizzante Paul Simon senza battere il piede, o Giallo Paprica restando seri. Impossibile!

 

ROCKERILLA febbraio/marzo 2008

CHEWINGUM -LA SECONDA COSA DA ANDARE-

About a boy/ Tafuzzy/ Marinaio Gaio

Michele Pinto 8/10

Quando l'apertura del pacchetto che gentilmente ti è stato spedito ti strappa un brivido e l'idea matta è quella di correre allo stereo per sapere se quel fiore è sbocciato, si sta un gran bene:è un sano ricongiungersi con quell'idea ingenua della musica, quella del primo incontro, per intenderci. Il primo "Eppi" di questi tre marchigiani l'anno scorso fu come una rivelazione, una flebo di cedrata nel deserto e c'era di che dissetarsi tra melodie a cartoni animati e "tempi delle mele" mai vissuti, grazie a questi Belle & Sebastian dell'Adriatico che alla lingua di Dante proprio non volevano rinunciare. Si trattava di 4 canzoni però, ambrosia pura ma da sottoporre alle forche caudine della lunga distanza prima di formulare un giudizio assennato. E, guarda invece, cosa estraggono dal cilindro i signorini in questione? Si permettono di riarrangiare le succitate gemme in maniera meno naif e più "adulta", o oltre a deliziare le platee orfane di Luckysmith e  Ballboy se ne vengono fuori con strani passaggi in chiaroscuro come "Ho una splendida colonna sonora" e (Trembling Blue Stars?) e pennate acidognole come "Julay in foto" (Immagina se domani all'alba muori) che non sai se pensare ad Alberto Fortis o agli Happy Mondays. Non credo sia un disco "per tutti" e per tutti i momenti ma questo è uno dei più raffinati manufatti indie pop che si siano ascoltati nel paese di Bengodi, e a mezzanotte, ne siamo certi, a Senigallia da qualche parte c'è una luce che non vuole saperne di chiudere gli occhi... 

 

Blow Up 117

Jap Pop Italiano

La seconda cosa da andare

Altri giovani "buoi" (dalla rubrica) approdano alla lunga durata, al disco della maturazione . I senigalliesi Chewingum si muovono in un ambiente territoriale in progressiva ascesa (io mi faccio i film, cita il concerto dei Camillas), non tradendo sostanzialmente una chimaica fatta di canzoncine per teenageer d'altri tempi, ora delicate e naif, ora vagamente folkie, con reminescenze liceali e citazioni dalla quotidianità su cui costruiscono sapidi giochi di parole, dotate di titoli che spesso dicono già tanto da soli; La matematica di notte, Giulio-Claudia, Raianair. Un cosmo di ore in Feltrinelli e lettrici di Jack Frusciante , cui soccombe Julay in foto che apre spiazzando con "Immagina se domani all'alba muori" riservando alla coda il dolce di Giallo paprica, forse il miglior costrutto del lotto. La cantilena di Giovanni Imparato è di quelle amate in Giappone o in Svezia, la musica retrostante le è molto asservita e al resto soccorono le mani che battono il ritmo e mi fanno sentire vecchio. Ad essere sincero mi aspettavo di più , ma che bello sarebbe se invece di film tutti uguali, scontati e coi lucchetti il ministero affidasse ai Chewingum l'educazione sentimentale dell'odierna, televisiva, traviata gioventù...sul registro è un 6, per ora.

Enrico Veronese

 

 

 

RUMORE 194 Marzo 2008

CHEWINGUM La seconda cosa da andare : 7


Se siete affetti della sindrome di Peter Pan e volete vivere per sempre in una sorta di limbo post-adolescenziale, potreste diventare imprevedibilmente fan del pop dei Chewingum. Il trio di Senigallia (un chitarrista, un bassista e un DJ)ha la capacità di condurre chi ha orecchie per intendere in un mondo allegro e spensierato che sembra eternamente bloccato fra i banchi di un liceo, i viaggi in InterRail e il mondo dell'Erasmus prima del delitto di Perugia. Questi loro nove brani, candidi e solari, possono evocare i vecchi BMX Bandits o i Belle & Sebastian meno malinconici. I testi, invece, si muovono tra toni diaristici e reminiscenze cinematografiche, e parlano indifferentemente di storie d'amore poco travagliate, viaggi veri o immaginari, studi pre-maturità di Joyce e Kierkegaard, Cassius Clay vs George Foreman o ascolti musicali ai tempi del walkman.
Tra gli ospiti del disco: Francesco Candura dei Jennifer Gentle e l'ex Franklin Delano Paolo Iocca.

Paolo Bogo

 

"MESCALINA" (25/02/08)

Candido, canagliesco, valido, coltamente "fuso" quanto occorre per ripristinare humor rallegrante, magari "appena alzati davanti allo specchio mentre si lotta tra occhiaie che reclamano ancora guanciali e barba incolta da potare prima che il giorno faccia cucù" per citare Woody Allen.
All'interno della galassia musicale, se da una parte un vasto pubblico, perlopiù composto da giovanissimi, continua a spingere per avere stili sempre più estremi, violenti e modernisti, dall'altra si è creato un bel forte movimento che riprende il lato scartato, mal digerito dai più, della musica dicasi "ultraleggera". Quest'ultima viene così rimpastata, deliscata dalle ovvietà e rielaborata a "novo sono" con succulenze e proprietà sommerse; un riappropriarsi della semplicità condita con un pizzico di follia naif, fatta di sognanti cose e una grande virtù, quella di sbalordire tanto con poco, che gratta l'attenzione dieci volte più di che mille sciabolate elettriche.
Con una movenza sbarazzina alla Sandy Show, "La seconda cosa di andare" dei Chewingum, trio di Senigallia, lascia veramente tracce del suo passaggio; un delicato confidenziale di piccoli rapporti, di momenti di giornata titubante e decisa, paraventi di quel pop ( non solo) post-adolescenziale che nascondono segreti e sussurri ora annoiati ora felici, smacchi e trastulli appiccicati sulla scena consueta dell'inamovibilità refrattaria di " provincia". Un "filmino sonorizzato color carta zucchero" che si traduce nel vocabolario urbano alla Samuele Bersani ("Guarda scusa devo andare", "Giulio-Claudia"), nelle acquerellità astruse di Gazzè ("Io mi faccio i film", "Rainair"), la sofficità delle ballate "sopra le nuvole" di Simon e Garfunkel che fanno tetè a tetè con Belle and Sebastian. Praticamente un sofistico pop che si fa voler bene sin dalle prime note, un bel caffè sonico che si può prendere ogni qualvolta che si va giù, che da vigore e simpatia senza controindicazioni di sorta.
Canzoncine "adulte" che si ricantano senza saperle, che si masticano succosamente come chewingums ultra-flavors, che fanno temporaneamente scordare tristezze e carie dentali.

 

INDIEFORBUNNIES


Chewingum - La Seconda Cosa Da Andare
Poesia in pillole, filastrocche infantili e quadretti casalinghi a colori pastello. Le prime tre cose che mi sono venute in mente ascoltando questo disco. Se c'è una cosa che qui in Italia sappiamo fare bene è certo pop a bassa fedeltà, che lambisce il folk e ha il sapore genuino di una minestra che la nonna che vive in campagna ci ha preparato.

E certo, va bene che non abbiamo un forte respiro internazionale, e anzi il tutto suona "piacevolmente provinciale", ma la tanto bistrattata Italia è fatta anche e soprattutto di piccoli centri abitati, strade di provincia e tappeti di foglie secche e sassolini impolverati. I Chewingum ricordano certo twee pop acustico che dalla Svezia ci propinano mensilmente, ed hanno l'ingenuità poetica di Mr. Brace e quel tocco infantile tipico di Artemoltobuffa.

Dieci brani che giocano a non prendersi troppo sul serio e che allo stesso tempo hanno un microcosmo di quotidianità da raccontare, o meglio da fotografare. Metteteci pure che la produzione è affidata ad un trio di realtà indipendenti del nostro paese come la Tafuzzy, il Marinaio Gaio e About a Boy ed otterrete un risultato, nel suo piccolo, di assoluto spessore. Se davvero esistessero i tesori nascosti, di sicuro potremmo vantarci di averne trovato uno.

La Seconda Cosa Da Andare [ Tafuzzy / Marinaio Gaio / About A Boy - 2008 ]
Similar Artist: Mr.Brace, Artemoltobuffa, Perturbazione