Musica da cucina

Recensioni

Rockit - Sandro Giorello 1 gennaio 2007

Non è certamente la prima volta che si cerca di far musica usando oggetti presi dalla vita reale e suonati come strumenti. Come idea ormai ` un po' sorpassata, ci sono dischi che sono usciti bene altri meno. Questo "Musica Da Cucina" rientra tra quelli usciti bene.

Nato come un gioco, perseguito come esperimento e terminato con la seriosa intenzione di fare un disco completo in tutte le sue parti, booklet compreso (bellissimo, nuovamente curato da Spazio e Maggiani), per poi esibirlo dal vivo. Clarino, fisarmonica, chitarra, banjo, glockenspiel e oggetti casalinghi (tutti rigorosamente catalogati e segnalati al fondo del libretto). E non è post rock da quattro soldi, non ci si ferma al fatto che usare stoviglie potrebbe bastare a far sembrare il progetto "curioso". Ogni pezzo ha una sua forma precisa e gli strumenti non sono altro che un'indicazione di dove il brano è stato registrato (in cucina). "Canzoni" che potrebbero benissimo stare su un disco dei Tortoise è sopratutto per questi mestoli che diventano dei vibrafoni un po' stonati o su una mai pubblicata parte due di "Rock Action" dei Mogwai è soprattutto per i brani cantati. In "...e sorridi quando cucini" si sente un bollitore che fischia (o canta). In " Non suonare quando mangi", forse, si lavano i piatti. Alla fine ci si abitua a questo tipo di suoni e lo si considera come un normale album di musica sperimentale, uno dei migliori mai ascoltati. Tra loop rumorosi (la parola field recordings qui è superflua), pezzi pop delicatamente confezionati, e parti ambientali che si perdono nelle preparazioni di possibili e immaginari manicaretti. Ripeto, uno dei migliori dischi "post" usciti ultimamente. Primascelta!

 

Azione magazine - Zeno Gabaglio 1 gennaio 2007

Musica da cucina può sembrare uno di quei concetti trasversali alle sfere della percezione che significano tutto e niente. Innanzitutto la "musica da cucina" potrebbe essere il vago ascoltare che contorna la principale attività del preparare e consumare cibi. Oppure potrebbero essere musiche da cucina tutte quelle composizioni che, da un punto di vista prevalentemente goliardico o generate da precise occasioni, nel corso della storia della musica hanno avvicinato tematiche gastronomiche. O ancora con musica da cucina si potrebbero indicare tutti i vari utilizzi di musica (canzoni, radio) che lo spazio-cucina ospita nei differenti momenti della giornata. Un accostamento ambiguo, dunque, aperto a un repertorio di suggestioni talmente largo da renderlo praticamente inutilizzabile.

Alle diverse interpretazioni del concetto "musica da cucina" se ne può da qualche tempo aggiungere una che, essendo musicalmente appropriata, può forse riordinare il caos terminologico appena descritto e rendere nuovamente significativo l'accostamento.

Nel 2004, infatti, tre amici dell'alta Lombardia si sono riuniti in una cucina con alcuni strumenti (chitarre, fisarmonica) e hanno integrato nel creare musica gli oggetti che stavano intorno a loro: posate, bicchieri, un bollitore, un lavandino amplificato. Da questo esperimento embrionale, autodefinito incerto e fondamentalmente rumoroso, Fabio Bonelli (uno dei tre amici) ha iniziato un progetto musicale presentato in diverse esibizioni dal vivo e da poco pubblicato in forma di cd.

Il nome scelto per il disco, come per il progetto stesso, non poteva che essere Musica da cucina. E in questo caso non si può non notare la pertinenza della definizione: la musica creata è infatti musica proveniente dalla cucina, costruita con quei rumori che solo in cucina siamo abituati a sentire e che quasi mai riteniamo "musica".

L'effetto straniante provocato dal rumore di uno spremilimoni, di un mestolo o da rumori di cottura che diventano canzone è assai forte. Sono suoni che appartengono a tutti noi, legati a un ambito esperienziale non musicale e che, proprio per questo, messi in musica aprono dei nuovi canali di comunicazione e di percezione.

Questa è la consapevolezza da cui si è mosso Fabio Bonelli, una volta scoperto che l'utilizzo musicale della cucina costituiva una via d'accesso privilegiata a tutto il complesso di sentimenti e di vita di cui lo spazio-cucina è abitualmente testimone inerte. Sullo sbuffare inquieto di una fisarmonica finalmente atona, mentre qualcuno di noi muoveva ritmicamente la sedia facendone strisciare rumorosamente sul pavimento le gambe di ferro, il bollitore ha iniziato a fischiare, in modo dapprima flebile e poi via via sempre più intenso, come un grido del passato, un suono intriso di ricordi e malinconie. In quel momento abbiamo sentito la presenza delle persone che avevano vissuto, mangiato, cucinato, amato in quella stanza nel corso degli anni.

Così in Musica da cucina gli strumenti veri si uniscono agli utensili per creare un viaggio musicale che va dalla canzone vera e propria (come la bellissima e struggente "Una Cartolina", in cui fisarmonica, banjo, chitarra elettrica si combinano a mestoli, bicchieri con archetto e pentolini o l'intima ... E 'Sorridi Quando Cucini' basata su un curiosissimo loop di sbuffo di bollitore) alle più ardite sperimentazioni sonore, improvvisate e non (a farla da padrone qui è soprattutto la rumoristica, con punte assai suggestive come nel quadretto bucolico di 'Non Suonare Mentre Mangi)', per un risultato complessivo omogeneo e coerente da lasciare quasi stupiti.

 

Slow food n. 28 - Ester Ferraro  settembre 2007

Cucchiai, forchette, alcuni bicchieri, il bollitore sul fuoco, il rubinetto del lavandino aperto e amplificato con un microfono da poco, due chitarre, una fisarmonica, un cucinino piccolo dai soffitti alti.

Così è nata per gioco, nel 2004, Musica da cucina, un'idea diventata un progetto musicale, una serie di concerti in tutta Italia ma anche all'estero e un libro-cd uscito a gennaio.

Basterebbe l'elenco dei brani per dare un'idea di cosa sia la musica da cucina: "Aspettando che inizi la cena", "e sorridi quando cucini", "Onions on Your Fingers", per citarne alcuni. Il libro-cd è un oggetto che dispensa curiosità e suggestioni: le origini del progetto, alcune immagini degli strumenti rielaborate graficamente, una bustina da tè e una ricetta per cucinare i sujarei

(germogli di silene). E la musica è un'esperienza sensoriale altrettanto curiosa, estremamente rilassante, ti permette un gioco dei riconoscimenti: sarà la grattugia questa che sento una pentola a pressione sul fuoco?

Il libro-cd è un bel modo per entrare nelle sonorità di Musica da cucina ma è la dimensione del concerto che ne svela la vera natura. Fabio Bonelli, anima del progetto, porta il suo repertorio in contesti molto diversi: sul sito (www.fromthemountains.com/musica-cucina.htm) si alternano le date nei bar e nelle manifestazioni con appuntamenti quasi privati come il "battesimo di Tiziano".

Di quella prima serata in un cucinino piccolo dai soffitti alti è rimasto lo spirito di catturare attraverso un rito quasi magico il passaggio di tutti quelli che sono stati in quel posto, casa privata, ristorante, locale che sia anche il salotto del piccolo Tiziano.

 

Sodapop  Marcello Ferri  giugno 2007

Musica Da Cucina è il progetto di Fabio Bonelli (Milaus), ideato in un appartamento dai soffitti alti e da un angolo cottura che definire cucina suonerebbe un po' approssimativo. L'intenzione senz'altro desta curiosità: creare musica mescolando suoni provenienti da oggetti di uso comune, destinati ad usi per lo più alimentari (da qui il nome). Sulla carta la cosa ha un grande fascino, anche se il risultato può diventare davvero rischiosissimo o noioso. Spazzando via ogni dubbio, diciamo che l'album che ne è uscito è bellissimo, inquadrabile in certo post rock minimale, da Geographic Records, direi, (viaggiando con la memoria a 5/6 anni fa). Una nota va spesa pure per il booklet, curato da Giacomo Spazio, dalla grafica e dal gusto impeccabile (un vero e proprio oggetto da collezione). L'esperienza è volta a riprodurre suoni malinconici ed evocativi, con l'utilizzo di una loop station. Ritmi spettrali, sbuffi, rarefazioni e atmosfere assolutamente casalinghe fanno del lavoro qualcosa di veramente magico: dalla pentola che si riempie d'acqua in Non Suonare Mentre Mangi, alla malinconia della cantata Una Cartolina tra bicchieri e pentolini. Il bollitore che fischia in modo sempre pi? intenso in ...E Sorridi Quando Cucini, lo sbattiuova amplificato (Come Dentro Una Pentola) o la spugnetta sul fornelletto elettrico: tutto armonizzato con flebili tocchi melodici e circolari di chitarra acustica, sussurri, ukelele, armonica e altre diavolerie. Una delle cose migliori che abbia ascoltato quest'anno.

 

Rumore  Vittore Baroni  settembre 2007

Dischi-oggetto, edizioni limitate, ricche confezioni da ispezionare con cura e da collezionare: contromosse possibili all'insidiosa leggerezza dell'Mp3, alla pervasività banalizzante del peer to peer. Ad esempio i cd contenuti in mini-libri dal raffinatissimo design della City Living (www.spazio.org), come quello omonimo, già alla seconda stampa, di Musica da Cucina, progetto collaterale di Fabio Bonelli dei Milaus, con perfino una vera bustina di tè tra le sue pagine e clip video in bonus: lirici e trasognati strumentali post-ambient e dolcissime canzoni elettroacustiche in cui buona parte dei suoni sono ricavati da utensili casalinghi come posate, pentolini, spremiagrumi, bollitore (viene in mente un celebre Water Piece di John Cage per un vecchio telequiz USA: cercate l'esilarante video su YouTube).

 

Rocklab.it  recensione concerto  Daniele Guasco  giugno 2007

In una Genova in cui i già pochi locali e luoghi dove sentire musica dal vivo scarseggiano succede che ci si arrangi ancora più del solito arrivando al concerto privato. La casa dove vivono i Japanese gum si riempie così di una trentina di appassionati, pronti dopo una cena condita di belle chiacchierate ad ascoltare Musica da cucina, il progetto di Fabio Bonelli dei Milaus. Quale miglior location per ascoltare una proposta simile se non una cucina stessa? Ci si trova così tutti nello spazioso angolo della casa dedicato ai fornelli. L'effetto immediato, di cui ci si accorge dalle prime note del concerto, è l'incredibile intimità che va a crearsi sia per le particolarità dell'esibizione che per la suggestione del luogo in cui si svolge, tra l'artista e il pubblico presente si instaura un clima caldissimo, emozionante e coinvolgente, capace di rendere l'esperienza splendidamente unica.

Le canzoni di Musica da Cucina sfiorano ed accarezzano il pubblico grazie ai suoni prodotti attraverso l'inconsueto utilizzo degli oggetti, tra bicchieri suonati con l'archetto da violino, pentole che diventano percussioni, fischi ben programmati di teiere e rumori creati con l'acqua. Su questo insieme vanno ad adagiarsi con gentilezza la chitarra e la voce di Fabio Bonelli, delicatissime in ogni brano, malinconiche e efficaci grazie all'aiuto degni innesti di clarino e fisarmonica. In poche parole pur partendo dai semi di un progetto particolare, Musica da cucina raccoglie come frutti ottime canzoni. L'ora di esibizione lascia quindi un gusto piacevole sull'ascoltatore, un appagamento. Si tratta di una di quelle esperienze che tornano volentieri alla mente. A fine serata l'impressione è quella di avere assistito a un'ottima proposta, sia dal punto di vista delle canzoni ascoltate che da quello dello spettacolo visto, compreso anche il pieno successo dell'esperimento "concerto casalingo".