Dinamitri Jazz Folklore


DISCOGRAFIA

CONGO EVIDENCE Avec Sadiq Bey
D. G. Espinoza (as); E. Parrini (vn); M. Mariottini ( cl, b cl); P. Durante (org. Hamm); A. Melani (dr); B.Scardino (bs); G.Baldacci (eguitar); S.Padovani (percussions); M.Rubegni (tp).

Ed. Caligola 2076 (2007)

TOP JAZZ 2007 referendum giornalisti indetto dalla rivista MUSICA JAZZ –   segnalato nella categoria Disco dell’ anno

"Il collettivo guidato dal sassofonista alto Dimitri Grechi Espinoza si avvale della collaborazione del poeta americano Sadiq Bey, già insieme a Don Byron e Uri Caine. Nella tradizione di Amiri Baraka, Bey interpreta le sue poesie scolpendo e/o dipingendo le parole eppure trattandole come materia sonora, da jazzista tra jazzisti. Niente di meglio per il Dinamitri Jazz Folklore che attenua appena i suoi solismi per collettivizzare una proposta sonora carica di passione, memoria storica (l'esplosivo "Boogie Stop Shuffle" di Mingus), interpretazione critica del presente. Nel pezzo che dà il titolo all'album si rileggono Ellington e Monk mentre si parla dell'11 settembre; sulle musiche di Espinoza, Bey parla della New Orleans post-Katrina e nasce un drammatico "Concentrazione" (si ascolti l'assolo di violino di Emanuele Parrini). Cd militante, dai nervi scoperti e dal cuore in tachicardia eppure lucido e critico ("Dim Laden" su cui Sadiq Bey recita "Morning 28"), CONGO EVIDENCE è un vero manifesto per una generazione di jazzisti critici che non crede nel revival ma ama le radici black: Espinoza, Parrini, PeeWee Durante Andrea Melani e altri." Luigi Onori - da "ALIAS" de "IL MANIFESTO" sab 28 luglio 2007

“Il secondo disco del Dinamitri Jazz Folklore, un nonetto ben affiatato, ospita in 3 degli 8 brani (tempo totale 43 minuti e 26 secondi) il poeta e rapper afroamericano Sadiq Bey, che ha scritto i testi dell'Otello di Uri Caine, andato in scena in anteprima mondiale alla Biennale Musica di Venezia nel 2003. 5 degli 8 brani sono composti dal leader Dimitri Grechi Espinoza, sassofonista contralto, uno dal tastierista Peewee Durante, mentre gli altri due sono "Congo Evidence" di Duke Ellington e Thelonious Monk e Boogie Stop Shuffle di Charlie Mingus. L' intenzione del gruppo è infatti quella di esplorare il linguaggio jazzistico dal suo interno, in un viaggio a ritroso: dalla modernità di Ornette Coleman ed Eric Dolphy, al jazz modale del primo John Coltrane; dalla complessità ritmico – armonica del bebop, alle polifonie dello stile New Orleans; dal retaggio del blues rurale all'Africa. In questo caso il gruppo si sofferma sulla scrittura mingusiana, riproponendo con molto rispetto il veloce ed aggressivo 4/4, mentre unisce in una medley, arricchita dal testo recitato di Sadiq Bey, due grandi figure del passato creando, grazie anche a suoni molto bassi dei tamburi, percossi con le bacchette con la punta di feltro, un'atmosfera misteriosa, quasi a riprendere una celebre composizione del "genius of modern music".
Altrettanto interessanti i pezzi originali, a cominciare da quelli in cui spicca la voce di Bey: Concentrazione, un semplice giro di chitarra ripetuto ad libitum, sottolineato da un tempo ostinatamente e ordinatamente mantenuto dalla batteria, arricchita da interventi discreti degli altri strumenti – violino, fiati, percussioni – e riscaldata dal suono dell'Hammond e Dim Laden, una veloce melodia arabeggiante risolta in un funky moderato che fa da base ad una recitazione, crescente per intensità.

Her Short Way'n è invece, ipotizziamo, un sentito omaggio del leader alla scrittura di Wayne Shorter – il titolo è quasi un anagramma del nome – che accenna ad alcuni temi del sassofonista americano in una struttura simile ai brani dello splendido periodo Blue Note.      Una ossessiva bossanova funkeggiante, inserisce invece O, brano ad ampio respiro, che risulta il più lungo del disco. Da sottolineare come i molti e diversi strumenti riescano a coesistere in un preciso equilibrio. Merito, riteniamo, della direzione del leader e della capacità di ognuno degli altri musicisti, che avviciniamo in un comune elogio: Emanuele Parrini al violino; Andrea Melani alla batteria; Simone Padovani alle percussioni; Gabrio Baldacci alla chitarra elettrica; Mirco Mariottini ai clarinetti; Beppe Scardino al sax baritono e Mirco Rubegni alla tromba. Last, but not least, Peewee Durante, che inserisce gradevolmente in quasi tutti i brani il suono dell' Hammond ed è anche autore dell'ultima traccia, Pee Wee's Dream, oniricamente ossessiva e densa di suoni liquidi. Come si può notare, nel nonetto manca il basso (elettrico od acustico), ma non se ne avverte l'assenza, anche perchè la tastiera o la chitarra ne svolgono a volte il ruolo con un semplice pedale”.   Giovanni Greto per Jazzitalia

“Nuovo disco per il Dinamitri Jazz Folklore dell'esplosivo sassofonista e compositore Dimitri Grechi Espinoza, caratterizzato ancora una volta dalla fusione di stili e suggestioni anche molto lontane tra loro, ma perfettamente amalgamate nella cornice del jazz. Uso a collaborare con vocalist e in passato (ad esempio nel precedente lavoro Folklore in Black) accompagnato da poeti livornesi (Aldo Galeazzi) e griot africani (Goma Parfait Ludovic), stavolta Espinoza ospita la voce affermata di Sadiq Bey, già collaboratore tra gli altri di Uri Caine. Bey si inserisce nella formazione con assoluta naturalezza (come ancor meglio si è potuto apprezzare nei concerti dal vivo), facendo girare la musica attorno alle sue liriche e guidando il gruppo in un'esplorazione meditata di una delle sue molte anime - quella riflessiva e politica. Nel farlo, però, il Dinamitri non rinuncia a mostrare anche altre sue anime: quella volta al recupero (non celebrativo) della tradizione (si parte infatti con rimontaggi di Ellington, Monk e Mingus); quella scenico-ironica (più visibile sul palco, ma percepibile qui dai cambi di atmosfera e dai frequenti interventi vocali di gruppo e dal tempo spesso tenuto battendo le mani); quella mistico-ipnotica ("Concentrazione"); quella rock elettrica ("Rhytmic Chance", "Pee Wee Dreams"); e, last but not least, quella africana ("O", con il violino di Parrini che imita la kora). Ne vien così fuori un disco come sempre originalmente caratterizzato, vario e mai "di maniera", che segna la continua crescita di un musicista e di un progetto, quello del Dinamitri Jazz Folklore, che certo meriterebbe più attenzione di quella che ha”.     Valutazione: 4 stelle  Neri Pollastri – Allaboutjazz

FOLKLORE IN BLACK Avec Tony Scott
D. G. Espinoza (as); E. Parrini (vn); M. Mariottini ( cl, b cl); P. Durante (org. Hamm); A. Melani (dr); T. Scott ( cl, ts); Goma P. Ludovic ( perc).

Ed. Caligola 2043-2  (2003)

TOP JAZZ 2003 referendum giornalisti indetto dalla rivista MUSICA JAZZ – segnalato nella categoria Disco dell’ anno


“… Un avanzato gruppo per un notevole disco, Folklore in Black, testè pubblicato dall’ attivissima cooperativa veneziana Caligola. … Il gruppo è quello - vivace, disinibito, decisamente interessante – denominato Dinamitri Jazz Folklore, creatura di Dimitri Grechi Espinoza, sassofonista italiano nato a Mosca e poi arrivato qui con un bagaglio di idee e di energia. E, il glorioso Tony Scott, che ha voluto far parte del gruppo in tre dei nove brani del disco, deve essersi un po’ riconosciuto in lui e nella sua ricerca di un jazz aperto a vari linguaggi ed echi: la musica curda, o la zingara, ovviamente la russa, ma con molto pepe sopra. Così, oltre al piacere di ritrovare in ottime condizioni Tony Scott, si ha quello di assaporare in questo secondo disco del vulcanico Espinoza un aspetto importante del nostro jazz, data la varietà delle forme espressive che trasmette e l’ attenzione costante all’arrangiamento, al collettivo…”   ( Gian Mario Maletto, Agenda – Il sole-24 Ore )

“ Dopo l’ ottimo esordio di Vita Nova nel 2001, il quintetto toscano conferma di possedere una visione lucida e una cifra stilistica autonoma, costruite scavando nell’ humus della tradiz ione afroamericana. (…) Permane nell’ identità del gruppo l’ interesse per culture altre, ma si sono accentuati il pregnante senso del blues e il suo legame con il DNA africano.  E. Boddi Musica Jazz

“Irresistibile. Che i brani si tingano di straniato bebop, di arie da danza curde, di blues, che rimandino all'Africa o agli tzigani, che flirtino con il modernariato sonoro dell'hammond il risultato è sempre incredibilmente compiuto. L'ensemble guidato dall'altosax e compositore Dimitri Grechi Espinoza riesce a trovare un equilibro alchemico tra le radici sonore ed il presente, tra sciabolate nell'immaginario musicale odierno e corposi riferimenti al passato. «Noi sosteniamo - scrivono i musicisti - che ci sono sempre nuove strade da percorrere... In questo cd, con i piedi ben saldi nella tradizione afroamericana, il cuore aperto e la testa proiettata verso ciò che ancora non esiste ma aspetta di essere realizzato, sappiamo di essere giunti alla sorgente della musica jazz». Parole vere ed il viaggio è agevolato dal clarinetto e dalla sapienza di Tony Scott, un pioniere del bebop.” (Luigi Onori, Alias, Il Manifesto)

AH UM JAZZ FESTIVAL 2° edizione 2oo1                                                           
COMPILATION  - DINAMITRI JAZZ FOLKLORE E’ PRESENTE CON IL BRANO “MIGUEL”                                                                        
D.G. Espinoza (as); E. Parrini (vn); M. Mariottini ( cl, b cl); P. Durante (org. Hamm); A. Melani (dr);   

Ed. CJam (2002)

Per chi non abbia mai ascoltato questo gruppo il termine "folklore" può essere fuorviante, può far pensare a una rilettura in chiave jazzistica del repertorio popolare nostrano, genere per altro molto in voga tra i jazzisti italiani. E se è vero che c'è un riferimento costante ad alcune tradizioni specifiche (in particolare quella del blues, del gospel, del klezmer e naturalmente del jazz), riferimento che a volte si concretizza in vere e proprie citazioni, è vero anche che tutto viene assorbito, rielaborato e riproposto in una formula dove il nocciolo della questione sembra più il "come" che non il "cosa", e dove il termine "folklore" assume un significato più ampio di forma espressiva   estremamente aperta e comunicativa                                                                         A.Tessitore 

VITA NOVA
D. G. Espinoza (as); M. Mariottini ( cl, b cl) E. Parrini (vn); R. Bellatalla (cb); F. Monico (dr).
Ed. Philology W 148.2 (2000)

TOP JAZZ 2000 referendum giornalisti indetto dalla rivista MUSICA JAZZ - segnalato nella categoria Disco dell’ anno

“ E’ singolare come (…) tutta la letteratura jazzistica di riferimento sia capillarmente sassofonistica ( Ornette, soprattutto, ma anche Parker, o meglio il modo di reinventarlo e attualizzarlo…), mentre poi gli strumenti che più caratterizzano il suono d’insieme sono senza dubbio violino e clarinetti. “ (Alberto Bazzurro, Musica Jazz)

“…Questo quintetto è una meraviglia lirica che lotta corpo a corpo attraverso questa miscela di stili e scale, portando il jazz- completo della sua eredità swingante- verso aree situate in territori gioiosi e sconosciuti…” (Thom Jurek, All Music Guide)

CD JAZZ MAGAZINE VOL.18  (2004) allegato alla rivista JAZZ MAGAZINE

“Eric Blues” da Folklore in Black