Verdena fuori... orario (7 aprile 2007)

Scritto da: Jesus

Questo utente ha pubblicato 2 articoli.

In occasione del Sabato Santo il Fuoriorario ha ospitato uno dei più noti gruppi indie dello stivale, i Verdena. Il trio si presenta questo promo-tour con un titolo che è tutto un progamma: Requiem e già da questo piccolo particolare si sarebbero potute capire molte cose. Capire che i Verdena nel marasma indie conservano una sensibilità spiccatamente grunge auto deprimente catalizzata dalla voce adolescienziale da hinterland meneghino del "frontman" e aspettarsi una serata all'insegna dell'olezzo rancido di pogo. Premettendo che il prezzo era onesto, tendente al caro: 12 euro consumazione esclusa...ci si aspettava perlomeno dei giovani galletti che supportassero i consumati professionisti, invece no. Misero set con musica targata Verdena e poi direttamente loro. La prima impressione è stata che mancasse il  cantante, essendo il gruppo composto da tre elementi che lasciano (spero volutamente) vacante il centro del palco, facendoci godere in pieno dello spettacolare batterista il quale si esibisce in mosse che ricordano tanto una scimmia fatta d'acido bloccata nel traffico con 40° all'ombra. Il basso è affidato, sulla destra di chi guarda, ad una donna cn un profondo amore per la propria chioma, sicuramente in un bel taglio di capelli selvaggio al punto giusto e un po' dal gusto '80 completato da un interessante color lilla, se le luci non mi hanno ingannato. Il futile particolare del taglio è importante in quanto l'unica attività accessoria della fanciulla è stata per tutto il concerto muovere la testa su e giù, probabilmente quella che ha figurato meglio. Ma arriviamo al frontman, un ragazzo che indubbiamente ama la musica tanto da rinunciare a una alimentazione adeguata crediamo, e a infilarsi la prima t-shirt che trova... che ne è ormai della teatralità del rock? Il ragazzo comunque è anche l'unica chitarra e ci affida, sotto il frastuono della musica, le proprie turbe i propri dolori. Acustica pessima sotto il palco, posizione che ho mantenuto fino all'intervento di baldi giovani amanti del pogo, io in dolce compagnia ho preferito allontanarmi. Subito positivo è parso l'allontanamento (forse anche per la vodka), la musica acquisiva un senso e la flebile voce del frontaman riusciva a farsi uno spazio fra una battuta e l'altra, non che si sia mai riusciti a distinguere le parole però... è un inizio, su. Il gruppo indubbiamente sa suonare, ma ciò che lascia veramente perplessi oltre il cantante, è la monotonia delle canzoni che sicuramente legano fra di loro, come un'immensa variazione sul tema Depressione. La monotonia sposata con la scarsa capacità di coinvolgimento creano le basi per una polarizzata fidelizzazione del pubblico, in partica 4 gatti che cantavano estasiati e tutti gli altri che facevano finta di sorridere muovendosi a tempo. Il concerto è piaciuto ed è stato chiesto anche il bis, prontamente eseguito dal gruppo che si è congedato con garbo.

In conclusione i tre sono ottimi musicisti che fossero nati 15 anni prima a Seattle avrebbero trovato pane per i loro denti, ora sembrano ancora legati a una visone del rock iperpessimista e purtroppo stanno inseguendo l'onda dell'indie a tutti i costi... i brani suonati nella serata di sabato appartenevano all'ultimo album quindi ogni giudizio sulla precedente produzione dei Verdena è sospeso.