Cinemavolta - Love, Party o altro?
Silent Groove, 2013
“Cantiamo in italiano ma suoniamo in inglese”: questa la chiave di lettura della musica dei Cinemavolta, da loro fornita nel corso dello scambio di battute a seguire. L’album che ho ascoltato si chiama Love, Party o altro?, ed è uscito in contemporanea con Altro, un album acustico che testimonia la versatilità di questo gruppo bresciano, attivo da una quindicina di anni. Nove tracce che danno indicazioni precise alla sola lettura dei titoli. Il funk è l’asse portante, o più semplicemente la passione di cui sono impregnati i componenti della band. Anche nella musica si vive di luoghi comuni: il blues è solo per chi soffre (ed ha anche un colore preciso), il rock è inglese, la canzone melodica è italiana, e potrei continuare a lungo. I Cinemavolta ci ricordano nell’occasione che si possono mischiare le carte, proporre una musica che ha radici ben precise, traducendola affinché esista un’espressione personale efficace, che contenga il messaggio che si vuole rilasciare, utilizzando un tappeto musicale assorbito nel tempo, e poco importa se le coordinate geografiche della genesi riportano ad un mondo lontano: la musica è di tutti, senza distinzione alcuna. Non sono musicisti alla ricerca di temi dal contenuto “impegnato”, ma si dedicano al racconto dei rapporti umani, con i sentimenti i pole position, liriche che assumono elevato peso specifico in un momento di crisi sociale dove l’aspetto relazionale può rappresentare un’ancora di salvataggio. La musica, come già sottolineato, è tendente al black, con largo uso di una sezione fiati che diventa un marchio di fabbrica della band. Impossibile la staticità, i brani che si susseguono sono una spinta verso la piena mobilità, e a tratti ci si ritrova con la mente in qualche movie di stampo americano, dove il coinvolgimento e la partecipazione sono all’ordine del giorno. L’idea è che Love, Party o altro?, sia un disco che testimonia la maturazione dei Cinemavolta, dove emerge la sicurezza nei propri mezzi, frutto del duro lavoro del passato. Il video a seguire chiarirà il concetto appena espresso. Curioso… sono curioso di scoprire come tutto ciò può diventare acustico!

Facciamo un’opera di sintesi: come e dove nascono i Cinemavolta… quale il percorso dalla genesi ad oggi?
I Cinemavolta sono nati una quindicina di anni fa. In origine erano un laboratorio in cui si facevano un pò di esperimenti con la musica elettronica, contaminata dalla canzone d'autore. Poi questo laboratorio ha cominciato ad accogliere diversi musicisti della scena bresciana e si è messo a calcare i palchi della penisola, fino a convincere Max Casacci dei Subsonica che potesse essere un buon modo per battezzare la sua etichetta discografica (Casasonica). "Weekend", il nostro primo disco ufficiale, è uscito dunque nel 2005 per Casasonica/Emi. Da lì sono partiti altri esperimenti, altre contaminazioni, altre collaborazioni.
INFO
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www.cinemavolta.it
www.facebook.com/cinemavolta
Bio tratta dal sito
I Cinemavolta compiono i primi passi in una cantina di Montichiari (BS) registrando, con un quattro piste, una decina di brani. Lavorano subito per portare i brani dal vivo. Qualche concerto nella provincia di Brescia, qualche escursione fuori porta, qualche riconoscimento. Poi si fermano per registrare altre canzoni (ora con un pc scassato e una Sound Blaster). Intanto ascoltano di tutto: dagli Who a Costello, dai Supergrass ai Soulwax, dai Grateful Dead ai Phish. Col nuovo materiale, dal suono decisamente più ruvido, tornano sui palchi in giro per l’Italia. Qualche investimento: un computer portatile, una scheda audio e iniziano a registrare il nuovo demo in un deposito per le vele (il ventoso lago di Garda è a pochi chilometri). In un paio di mesi 13 brani diventano "Mid-fi Life". Il cd finisce nelle mani di Max Casacci, chitarrista e produttore dei Subsonica, che da Casasonica chiama dicendo: “Vi va di fare il disco con noi?”. Il disco, che si intitola "Weekend", esce nel 2005 per l'etichetta Casasonica. Nell'ottobre 2007 i Cinemavolta danno alle stampe, per la casa editrice No Reply, "Smetti di essere felice", un romanzo ambientato negli anni Novanta e un vero e proprio cd allegato con 10 canzoni originali e una cover dei PUSA cantata per l'occasione da Nikki. Un anno dopo esce, per Sperling & Kupfer, un altro cd-libro: "Il mio dio è ateo". Questa volta collaborano con Claudio Bisio per la registrazione di un monologo scritto da Giorgio Terruzzi. Nel 2009 danno alle stampe l'ep acustico "Guerra fredda", che li porta a calcare i palchi di numerose città francesi. Il 13 gennaio 2011 è uscito il disco "3D(C)".