Franco Battiato - Campi magnetici (2000)
Issued: 2000
Label: Sony classical
Nei suoni etno-estatici di In trance (non troppo distanti dal Buddha-barismo sfortunatamente imperversante in quegli anni smaccatamente lougeofili), poi ribaditi nelle istanze centrali de L'ignoto, è possibile individuare una delle infinite codifiche del brodo primordiale, da cui soltanto qualche anno addietro era scaturita la salvifica Shock in my town. Analogamente, dalle pulsazioni amniotiche di Corpi in movimento potrebbero scaturire entità del calibro di Ermeneutica, e dal magma melodico di The age of ermafroites che qualcuno potrebbe definire una sorta di sadico anagramma musicale degli Enigma, cose come Atlantide o Casta diva. Sospensione di melodie, diffrazioni white/noise: nel prosieguo il disco si fa crescentemente collage/nico (La corrente delle stelle, Fulmini globulari) in modi analoghi a ciò che accadeva su Clic e M.elle. La conclusiva Suoni primordiali mette a tacere tutto questo in un lungo e prosaico, innecessario pamphlet ambient/alistico. Semplicemente insopportabile la cover de La mer, cantata da Caprone-in-calore Sgalambro, sorta di antifrastica coda falsamente prossima alle multple Fleure/alità coeve. Poca sperimentazione e, per strano che possa sembrare, tanta maniera.
Sì però avrei fretta: The age of ermafrodites