Nine inch nails - Bad witch (2018)
Issued: 2018
Label: Capitol records
Una dis/umanità dis/conosciuta da parte una divinità imbelle, seppure soltanto ipotizzata (God break down the door), instabilmente e irrefrenabilmente avanti rispetto a sé stessa tanto socialmente ("We're on the precipice", Ahead of ourselves) quanto individualmente ("Time is running out / … / I've always been 10 years ahead of you", Over and out) e stolidamente sospinta da un progresso osceno e ignorante (la cui iconica celebrazione sarebbe esacerbata nella figura di... bravi, Donald Trump. Mi domando come avete fatto). La mecatronica mutazione individuale affatto cyberpunk e quasi Tetsuo/iana, forse, raccontata in Shit mirror assurge così a sorta di epifanica autoconsapevolezza. Un Trent Reznor d'annata, insomma. Anche nei suoni, soltanto episodicamente originali, eppure pervasi da una inaspettata vitalità: il garage punky di Shit mirror in aperturta, poi le reminescenze slow-jungle di Ahead of ourselves, l'isterismo John-Zorn/ico dello strumentale Play the goddamned part, ma anche la jungle-dandy del singolo God break down the door, prossimo sì, all'ultimissimo Bowie di Blackstar, ma anche a quello di Black tie white noise e Earthling. Senza esitazioni, il migliore ep della cossiddetta "trilogia della verità" (cit.). Non è molto. Ma è qualcosa.
Sì però avrei fretta: Play the goddamned part / Over and out