Franco Battiato - L'imboscata (1996)

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Scritto da: Alberto Calorosi

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Franco Battiato L imboscataIssued: 1996

Label: Polygram

 

 

 

 

 

 

Il sorprendente punk-rock transeunte in apertura (Di passaggio), sublimemente chitarristico, fornisce una vivace lettura post-moderna nientemento che del panta rei di Eraclito, con tanto di bofonchiante citazione in lingua originale, diciamo così. Complementariamente, il resto del disco esplora il fantasmagorico brulicare di codesto mortale passaggio (Strani giorni): il viaggio (Splendide previsioni), l'amore come dialettica prossimità di anime (La cura), memoria dolente (Memorie di Giulia) o inconciliabile distanza (Amata solitudine - occorre riconoscere a F-B di essere l'unico artista di questo puzzolente pianeta in grado di somministrare all'ascoltatore frasi del tipo "Ero in te / come un argomento / del tuo amore sillogistico" senza generargli parossistici attacchi di ilarità), la fanciullesca scoperta di sé (le pennellate impressionistiche di ...ein tag e, sì, pure Ecco com'è che va il mondo), gli alambicchi della lingua (la spassosissima Segunda feira, "qui da noi / è lunedì soltanto", oh, semplicemente geniale!). Nei suoni, il vivido chitarrismo iniziale (mai così prominente, prima d'ora: cfr. Strani giorni ma anche la opaca Serial killer in chisura) si fa quasi gilmouriano (La cura, Splendide previsioni) per lasciare poi spazio nel prosiuego a motorik elettronici (...ein tag contiene suggestioni CSI?) e offuscati lirismi cameristici (Memorie di Giulia) successivamente (fin troppo) esplorati nella insignificante trilogia Fleur/eale. Nell'insignificante opinione dell'autore di queste righe, Strani giorni è nientemeno la miglior canzone scritta da F-B nel corso dell'intera carriera.

 

Sì però avrei fretta: Strani giorni / Segunda feira / Di passaggio