Okkervil river - In the rainbow rain (2018)
Label: ATO records
Issued: 2018
Le anestetiche esalazioni caminetto-rassicuranti emanate dalla introduttiva Famous tracheotomies (ci crediate oppure no la canzone parla esattamente di questo), squisitamente, caldamente e rotondamente 80's-folk (la musichetta che avete individuato nel finale è quella di Waterloo sunset dei Kinks), vi renderanno piacevolmente torpidi ben oltre la durata della canzone e più precisamente fino quasi alla conclusione del disco. Di conseguenza, le variazioni appariranno minimamente differenziali (e di sicuro attentamente calibrate in laboratorio). Dalle tinte più aspre, quelle dalle parti del primo Tom Petty, di The dream and the light, a quelle più avvolgentemente pop (Love somebody), magniloquentemente pop (la eccessivamente riverberante Pulled up the ribbon) fino a lambire, per dirla con l'autore in persona, la "east coast song" (nelle note di quella Don't move back to L.A. che (mica tanto) scherzosamente ghernisce N-Y (New York) utilizzando le architetture musicali di N-Y (Neil Young)) e il nu-soporific (Shelter song potrebbe ricordarvi le gnolerie barbute di, che so, Wilco e My morning jacket). Su ritmiche solo sporadicamente simil-vintage-tecno-pop (almeno in How it is e Family song) possibilmente mediane tra lo spleen dei War on drugs e la pelatona del primo Phil Collins.
Sì però avrei fretta: Famous tracheotomies / Don't move back to L.A. / Human being song