AGRO - Ritual 6

E' la prima volta nella mia lunga carriera di scribacchino che mi trovo
a recensire una band proveniente dal Sud Africa. No, per favore non
aspettatevi cinque uomini di colore che impugnano i loro strumenti e
mettono a ferro e fuoco i palchi di tutto il mondo, gli Agro infatti
(mai nome fu più brutto) fanno parte degli africani bianchi. A parte
queste divagazioni etniche, "Ritual 6" rappresenta addirittura il sesto
lavoro per il quintetto del tropico del capricorno: la band gode
infatti di una certa notorietà in patria che li ha visti suonare un po'
ovunque nei vari club, in tour con i Mortification nei maggiori
festival del Sud Africa e Botswana, portandoli a vendere ben 10.000
copie solo nel loro paese. Dopo la parentesi questa volta geografica,
veniamo alla musica dei nostri: diciamo subito che non siamo di fronte
a nulla d'innovativo (quando mai), infatti il combo africano suona un
thrash/death di discreta fattura, caratterizzato da riff di chitarra un
po' grossolani, sui quali si immettono piacevoli inserti tastieristici
che dovrebbero stemperare l'arroganza delle ritmiche e il cantato
growling di Cliff Crabb. Se vogliamo fare un paragone con una qualche
band famosa, potrei immaginare la musica degli Agro come un ipotetico
mix tra Pantera e Crematory, non disdegnando qualche puntatine in
territorio Machine Head o Nevermore. Se non avessi saputo che l'album
in questione fosse il sesto per la band, avrei creduto fosse il loro
esordio, perchè ancora molte sono le sbavature soprattutto in ambito
esecutivo; qualche buon'idea c'è anche nei 55 minuti che costituiscono
l'album: "B.df.p." non è una song malvagia, ha delle valide soluzioni
musicali, c'è soltanto da lavorare qua e là per limare le innumerevoli
imperfezioni e "grezzure" che contraddistinguono questo lavoro. Con
calma, non c'è fretta, intanto una sufficienza risicata, i nostri
cinque sud africani se la portano a casa, in attesa di tempi
migliori...
Voto: 60
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