'RouND ElEveN

Breve ma completa biografia ufficiale:


Il trio, oggi basso-batteria-chitarra, in origine è nato in ambito jazzistico come formazione basso-batteria-sax, formazione rimasta tale per più di cinque anni, seppur con l'avvicendamento di due sassofonisti. Sin dagli inizi, parallelamente all'inevitabile gavetta concertistica fatta di molto jazz e molti locali, ci siamo dedicati all'ideazione di brani nostri senza badare a vincoli di genere, stimolati in questo dalla sfida rappresentata dall'assenza di uno strumento armonico. Probabilmente senza l'esperienza maturata con questa formazione sarebbe stato molto più difficile arrivare alla giusta sintonia, di idee e di suono, che oggi sentiamo con la chitarra, universo armonico prima sconosciuto.
L'apparato strumentale dei 'ROUND ELEVEN, dunque, comprende basso, batteria e chitarra ma a differenza della "usuale"  formazione trio-jazz ogni strumento ha lo stesso peso e un ruolo sia melodico che armonico. Deriva da qui il particolare sound del trio che, spaziando da brani soffusi e meditativi ad improvvisazioni frenetiche crea un miscuglio unico di swing, prog, funky, post-rock e drum'n'bass.
Formazione 'R11 :
Andrea Silvestri: chitarre e un sacco di reverbero;
Michele della Malva : basso elettrico, "senza fretta" q.b. e 8 dita;
Roberto Reggiani : batteria senza scarpe.


Contatti e link:


http://www.myspace.com/round11
http://www.reverbnation.com/round11
http://www.facebook.com/Round11

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Sono in tre. Non si buttano per terra. Non rompono niente. Non sono alternativi. Si lavano. Lavorano. Almeno uno è di sinistra. Hanno un istruzione. Non hanno un mutuo. Non scrutano l'infinito. Non sono i Migliori. Fanno fatica. Sono amici. Niente tournée. Niente interviste. Non vincono niente. Sono contenti. Poca bobina e registrata alla buona. Non sono precisi. Gli piace, e gli piace parecchio. Ascoltateli.

Autobiografia:

 

Versione a) Un giorno all'Università ho chiesto a un coglione alto due metri di fare due prove jazz. Questo si fa pregare e alla fine si decide. Un altro giorno all'Università vedo uno con una maglietta con su scritto "Jazz", e ne deduco che 'sto tipo potrebbe suonare jazz: avevo ragione. Proviamo dentro, suoniamo fuori, poi un giorno registriamo due canzonette.

 

Versione b) Stanco di suonare nella propria stanzetta-baracca da universitaro fuori sede e delle insistenze di un imbecille appena conosciuto, il nostro capellone si lancia in un viaggio che porterà alla formazione di una sezione ritmica solida e di degno rispetto. Dopo un annetto passato a suonare con raccomandabili e non personaggi del jazz parmigiano, ci fidiamo di un sassofonista veneto spinti principalmente dalla sua capacità di reggere il prosecco. Al motto di "In trio senza piano" Figurati!!!, sono nati i 'Round11.

 
Versione c) Il primo: una sera, a prove all'Edison, ci siamo trovati tutti e tre che indossavamo un eschimo verde. Ci siamo guardati senza dire niente, ma tutti si pensava la stessa cosa. Il secondo: concerto al "XX settembre", fine serata, un tipo uscito dal nulla ci ha chiesto di fare un ultimo pezzo. Noi gli abbiam proposto di ascoltare un pezzo nostro e lui ha detto "No, fatemi uno standard". Lì non c'è stato neanche bisogno di guardarci, tutti si pensava la stessa cosa. Il terzo: tra tutti i posti in cui abbiamo suonato, le maggiori soddisfazioni sono spesso arrivate da quelli più inaspettati e magari anonimi, ma in cui ci hanno trattato con umanità, anche senza "avergli portato gente" o senza "avergli fatto guadagnare 20 euro in più".

 

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