La grande illusione
Fra 1937
Durante la guerra del ’14-’18 degli ufficiali francesi vengono fatti prigionieri dai tedeschi; non si rassegneranno a questa condizione e tenteranno in tutti i modi possibili di evadere.
Capolavoro assoluto della storia del cinema diretto da uno dei cineasti più grandi di sempre, un vero e proprio padre del cinema moderno, Jean Renoir. Film di guerra dove non viene mostrato un goccio di sangue né una scena del conflitto armato mondiale. Il film presenta un’umanità rara, soprattutto se lo paragoniamo alle pellicole attuali (anche alle migliori) che in confronto a questo gigante trasudano moralismo risultando sciape. È il manifesto lucidissimo e attualissimo dell’uguaglianza di tutti gli esseri umani. Da questa pellicola capiamo molto bene cosa voglia dire il termine, sulla bocca di tutti spesso a sproposito, solidarietà.
Più che condannare le guerre Renoir tesse le lodi alla pace con una narrazione assai poetica. Alcune sequenze sono notevolmente toccanti e riescono a commuovere anche gli animi più restii ad essere scalfiti. La direzione è fluida, essenziale, anche se i singoli fotogrammi sono ricercati e pieni di significati: il regista riteneva, prendendo ispirazione dal geniale padre pittore, che ogni inquadratura è come una tela bianca da dipingere e che quindi non vadano lasciati spazi vuoti. Come tutti i grandissimi film più si riguarda e migliore risulta: si riescono a scoprire sempre nuovi particolari degni di attenzione. Il protagonista esemplare è il grande attore francese Jean Gabin.