Sziget Festival 2006
Inviato speciale per yastaradio.com, Dave ha passato la settimana compresa tra l’8 ed il 16 agosto 2006 sull’isola di Obuda (Budapest-Ungheria) per seguire il festival di musica e spettacoli che ormai da anni ivi si svolge.
Diario di Dave
Sono arrivato a Budapest verso le sei del mattino del giorno 8 agosto assieme a tre intrepidi compagni, Filippo, Marco ed Elisa, e con grande fortuna abbiamo parcheggiato a meno di 100 mt dall’entrata della manifestazione.
Il colpo d’occhio che ci concede l’isola è maestoso, e subito ci rendiamo conto che dovremo fare le nostre per trovare un buon posto dove accamparci al suo interno.
Decidiamo da subito di sostare nell’area dei botteghini, necessari sia a chi deve comprare i biglietti sia a chi deve solamente cambiare la prevendita; il simbolo di ingresso è un braccialetto verde.
La fila infatti è ancora piuttosto contenuta e la scelta fatta si rivelerà poi vincente, in quanto poco più di un’ora e mezza dopo il biscione umano assumerà proporzioni chilometriche.
Una volta ottenuto il lasciapassare, armati di tutti i nostri bagagli ci dirigiamo verso l’ingresso, davanti al quale abbiamo dovuto attendere fino a mezzogiorno in punto, ora prevista di apertura (sottolineo il fatto che sin dalle dieci, nonostante la folla si accalcasse sempre maggiormente e disordinatamente, provocando anche disagi al traffico, e che le entrate del festival fossero già predisposte ad accogliere i visitatori,
i cancelli non sono stati aperti fino all’orario indicato, neanche fossimo in Svizzera).
Non appena entrati e piantate le tende ci siamo finalmente dati il benvenuto allo Sziget Festival ed abbiamo cominciato ad esplorare l’isola.
Il luogo della manifestazione è diviso in tre settori: il più prossimo all’entrata è quello destinato a servizi di accoglienza e campeggi, quello centrale è il fulcro del tutto, disseminato di bar, ristoranti e banchetti vari, quello più a nord è adibito prevalentemente al campeggio.
Ognuno di questi settori è pieno di palchi, e l’organizzazione sembra aver fatto un buon lavoro nella loro disposizione in quanto le performances su uno di questi non compromettono lo svolgersi degli spettacoli sugli altri.
Sull’isola c’è proprio tutto quello che serve: servizi igienici, docce, banche, telefoni, ristoranti, punti vendita, strutture per lo svago, supermercati, noleggio bici, deposito bagagli,piscina, campi sportivi…
I prezzi sono tra l’altro piuttosto contenuti in confronto all’Italia (birra da 0,5 a 1,20 euro!!!) ,anche se ragazzi ungheresi notano un aumento rispetto ai prezzi cui sono abituati.
L’inizio ufficiale della manifestazione non è previsto che l’indomani ma già da subito bar e quant’altro sono operanti e presi d’assalto. La musica si diffonde già nella serata dai vari locali e sin dalla prima notte ci dobbiamo abituare all’idea di una settimana insonne.
Il numero dei palchi e la fitta scaletta dei concerti mi consentirà di seguire solo alcuni dei protagonisti, sui quali si soffermerà la mia recensione.
9 agosto
Ci svegliamo presto la mattina del mercoledì per prepararci al primo giorno di concerti. E’ una bella giornata sebbene non troppo calda. Guardandomi intorno scorgo tende ovunque (la nostra è nei pressi del palco principale), ma ancora molta gente continua ad affluire, e così sarà anche nei giorni seguenti.
Verso le quattro p.m. ci appropinquiamo al main stage per seguire l’apertura della manifestazione (4 e 30) affidata a GLENN MATLOCK & the PHILISTINES.
L’inizio è prepotente: Pretty Vacant dei Sex Pistols sparata a tutta velocità. La carica lanciata dall’ex guru dei Pistols è veemente ma non dura molto. Il pubblico è ancora raffreddato e la sequenza dei brani proposti si rivela piuttosto ripetitiva, con le sole eccezioni dei pochi brani della band punk per eccellenza.
Alle diciotto salgono sul palco i THERAPY? che dispensano un rock frenetico ma non particolarmente trascinante. Lo spettacolo fila via liscio ma senza acuti. La gente comincia intanto ad affluire sempre più numerosa in attesa dei grandi gruppi.
Dopo una pausa culinaria decido il programma della serata. La questione è delicata, vista la varietà del programma, ma tra la furia dei Cradle of Filth e l’energia dei Franz Ferdinand alla fine prevale il cuore e così mi dirigo verso il Pannon World Music main stage per seguire ROBERT PLANT & the STRANGE SENSATIONS.
Il grande frontman non tradisce le attese e si presenta con una voce in forma smagliante, dall’ inizio alla fine da vita ad un concerto pieno di vigore , in una sapiente alternanza tra pezzi nuovi e brani storici dell’epoca Zeppelin rivisitati in maniera originale e magistrale dalla nuova band. L’apice della performance è sicuramente l’esecuzione dell’eterna Whole Lotta Love. Gente di tutte le età e di ogni dove acclama il grande singer che si congeda con la promessa di nuove canzoni e di un futuro nuovo tour….
Dopo la grande emozione provata con R.Plant mi metto a bighellonare per l’isola e m’imbatto nel Wan2 stage dove stan suonando ROY PACI & ARETUSKA. Il palco è al coperto e il clima molto caldo. Il trombettista italiano propone un programma ballabile e divertente, adatto all’atmosfera della serata, che si conclude come sempre col must Viva la Vida.
La vita notturna è stata ben organizzata con locali aperti 24H, e sale e palchi dove potersi sfogare. Io , ricongiunto a uno dei miei compagni, vado alla Party Arena ad ascoltare Techno/House Music, ed in particolare questa sera ROGER SANCHEZ.
Questo DJ merita sicuramente tutta la sua fama anche se a dire il vero me lo aspettavo un po’ più “violento”.
E così verso le quattro (o le cinque?) riesco a far ritorno alla tenda.
10 agosto
La mattina del giovedì si rivela meno traumatica del previsto al risveglio, e così tra una doccia , qualche birra e del sano vagabondaggio per l’isola giungono presto le 16, orario di inizio spettacoli.
Dobbiamo subito registrare la mancata presenza del gruppo Ill Nino sul main stage, degnamente sostituito dalla compagine olandese GREEN LIZARD. Il giovane gruppo si rende protagonista di una performance molto intensa, mettendo in mostra un misto tra rock e pop, con un paio di singoli di levatura, che sono sicuro ne faranno parlare in futuro.
Alle 18 tocca ai MINISTRY salire sul palco. Molta gente dal palco metal E' migrata qui per assistere allo show proposto da una delle più provocatorie band americane.
Il gruppo dà sfoggio ad un metal cruento e rabbioso, costruito su basi elettroniche e supportato visivamente da immagini di violenze, sopprusi e ingiustizie propinati dal governo di G.W. Bush e dalla sua politica; in alcune immagini il presidente viene proposto in atteggiamenti ridicoli e accostato ad un primate… sarà anche per questo che al termine dello spettacolo la band verrà salutata con un’ ovazione.
Dopo esserci velocemente rifocillati in uno degli innumerevoli stand , ci dirigiamo allo stage della World Music dove sta cominciando a suonare e cantare LILA DOWNS. L’artista ispanoamericana, famosa per aver preso parte al film “Frida” sia come attrice sia con la stesura della colonna sonora, propone un sound caldo e legato alle tradizioni della cultura latinoamericana, accompagnata da musicisti eclettici e di altissimo spessore tecnico. La sua voce suadente e la serenità trasmessa dalla sua musica hanno incantato e fatto ballare molta gente.
La sera optiamo per tornare al mainstage dove darà spettacolo il nostro JOVANOTTI. Il funambolo italiano dà vita ad uno show ritmato e coinvolgente, trasmettendo la propria adrenalina al pubblico che risponde entusiasta. Dai vecchi ai nuovi successi il concerto non conosce pause, se non quando il cantante si rivolge al pubblico nella lingua magiara! Lorenzo si è presentato sul palco con la maglietta degli azzurri campioni del mondo e anche sul video scorrevano le immagini della finale vinta: un buon pretesto per qualche battutina a riguardo per l’ orgoglio dei moltissimi italiani presenti.
Finito il concerto un paio di cocktail e in tenda: è stata una giornata lunga ed altre ci attendono.
11 agosto
Dopo essermi ricongiunto ai miei compagni, ci dirigiamo alla piazza centrale dove trascorreremo la nottata in alcuni locali, accompagnati da hit commerciali, cocktails, birre e nuove conoscenze. E poi a nanna.
12 agosto
E’ sabato e si nota sin dal mattino per il gran confluire di gente da fuori( è infatti possibile assistere anche a 1 solo giorno di festival). Dopo aver passato buona parte del pomeriggio a riposare (ce n’era bisogno), alle 17,30 ci appropinquiamo al Main Stage per vedere i belgi DEUS. Il gruppo propone un rock lezioso e divertente, seppur non particolarmente coinvolgente e lo show corre via veloce e senza sussulti e ci permette di raggiungere, anche se a fatica, le prime file, in attesa dell’ evento della serata: l’esibizione dei RADIOHEAD. Così dopo la performance della sconosciuta (a noi) band ungherese degli Heaven Street Heaven ecco il gruppo britannico salire sul palco alle 21. L’ inzio è delegato alla conosciutissima Airbag, per coinvolgere subito il pubblico ed indirizzare lo spettacolo su atmosfere stranianti e paranoiche, tipiche della formazione capeggiata da Thom Yorke. La scaletta attinge brani da tutti i lavori del gruppo, con un particolare occhio di riguardo al pluriosannato OK Computer e la folla partecipa numerosissima ed entusiasta. Dopo due ore intense lo show si chiude con la celebre Everything In Its Right Place (un solo piccolo rammarico è dovuto alla non inclusione di Creep).
La nostra giornata si conclude con un giro all’ Afro Latin Village, dove sono in corso spettacolini di natura tribale da parte di artisti provenienti dal continente nero. E dopo qualche altro nuovo incontro, possiamo considerare conclusa anche questa giornata.
13 agosto
Oggi è domenica e per quanto possa sembrare strano, il main stage non propone un programma particolarmente interessante per i miei gusti (gli headliners sono The Rasmus per la cronaca) e così decidiamo di girare per il festival andando incontro a ciò che il destino vorrà proporci. Così verso le diciotto ci troviamo nei pressi del Blues stage dove stanno suonando i CANNED HEAT R.B. . Veniamo subito catturati dalla musica calda e coinvolgente della band slovacca, che propone un blues classico interpretato in maniera magistrale, abbracciando tutti i maggiori successi composti nella lunga carriera ma non disdegnando qualche interpretazione di grandi brani di Cream, Doors e Willie Dixon (x citarne alcuni).
Nell' occasione abbiamo anche la fortuna di conoscere Lord Bishop, che gira tranquillamente tra il pubblico mentre aspetta che cominci il suo show, intrattenendosi allegramente con chiunque. Prima che cominci il suo spettacolo (al quale abbiamo promesso di assistere) faccio una capatina veloce all' Hammer stage per seguire almeno l' inizio dello spettacolo dei CATHEDRAL. La band di Lee Dorrian non delude le attese ma nemmeno sorprende: il solito rock cadenzato e granitico che propone da anni,che per un vecchio fan comincia a risultare un pò monotono. Così dopo solo qualche brano faccio ritorno al palco blues dove LORD BISHOP ROCKS ha già iniziato a suonare. Questo artista di colore è per me una vera rivelazione: più che blues la sua musica è puro Hard Rock senza cali di tensione che si snoda tra brani propri e qualche omaggio a grandi del passato, Led Zeppelin su tutti. Lo show dura quasi due ore ed entusiasma la platea, che alla fine si sposta in massa al Full of Mojo session Stage dove è in programma l' esibizione unplugged dello stesso musicista. Anche in questa versione le canzoni di Bishop infia mmano gli animi dei presenti.
L'acme della serata è però rappresentato dal duetto che l'artista tiene con un giovane e sconosciuto chitarrista croato, 4/5 brani tratti dal repertorio di Jimi Hendrix suonati divinamente .
Al temine di codesta esibizione siamo decisamente esaltati e così decidiamo di concludere la serata alla Party Arena, dove tra gli altri si esibisce il DJ argentino HERNAN CATTANEO, un vero e proprio martello Techno, maniera adatta per concludere la nottata.
14 agosto
Giunge il lunedì, penultimo giorno di festival. La giornata scorre via tranquilla in attasa dei concerti, tra shopping e birra.
Alle diciotto ci dilettiamo presso il Main stage con la superba performance dei The GATHERING. La formazione olandese crea un' atmosfera quasi trascendentale e onirica attraverso i propri brani. l'inizio è quasi esclusivamente riservato alle ultime composizioni, poi nel prosieguo trovano spazio tutti i maggiori successi che la band ha partorito negli anni. La voce di Anneke è a dir poco celestiale e forma un mix eletrizzante con le chitarre distorte e gli effetti elettronici in bella evidenza.
Al termine dello spettacolo mi dirigo verso il palco blues per vedere cosa propone. Anche questa volta non rimango deluso: sullo stage trovo 5 donne di colore , BREEZE GOSPEL, che accompagnate solo da una tastiera danno vita ad uno show bellissimo, in virtù di voci stupende e di un carisma che coinvolge tutti i presenti con brani chiaramente Soul, adatti al duetto tra pubblico e cantanti.
Dopo di loro salgono sul palco BIG DADDY WILSON & THE MISSISSIPI GRAVE DIGGERS. Altro grande concerto di musica Blues, arricchita di trovate etniche quali bonghi e altri strumenti strani.
Sempre da solo (oggi è così) alle undici mi dirigo al palco metal, dove suonano gli EXPLOITED. Il posto è pieno di creste colorate e borchie, e non poteva essere diversamente, per omaggiare una delle band punk più conosciute. Lo spettacolo è decisamente adrenalinico, musica suonata a tutta velocità con pochissimo tempo per rifiatare tra un brano e l'altro e il chiaro intento di spremere le residue energie del pubblico tra un pogo qua e uno là. E alla fine direttamente a letto, in attesa dell' ultimo giorno.
15 agosto
Come per tutte le cose, belle e brutte, anche per questo evento giunge la fine. Eh sì, è arrivato l' ultimo giorno.
Sin dal primo momento ce ne rendiamo conto dall'afflusso di gente veramente massiccio. Per questo motivo decidiamo di posizionarci repentinamente nei pressi del palco, dopo esserci nutriti a dovere, ovviamente. Tra un diversivo ed un altro giungono velocemente le 16,30 , ora d' inizio dei concerti.
I primi a salire sul palco sono i LIVING COLOUR. Orfani del cantante storico Corey Glover, il gruppo di Vernon Reid si presenta sul palco assieme al vocalist Kings X. I quattro danno vita ad uno spettacolo entusiasmante, catturando la platea con la consueta ricetta di Funky-Rock, condita dai virtuosismi vocali di King e dai magistrali e tecnicissimi assoli dell axeman di colore e supportata da una base ritmica di altissimo livello. Al termine dello show, la band viene richiamata a gran voce sul palco dal pubblico e le viene cocessa la possibilità di suonare un bis, Times's up, unico gruppo d' apertura al quale è stato permesso.
Alle 18 si scatena l' inferno: carico come un barilotto di dinamite sale sul palco IGGY POP, accompagnato dagli storici compagni , the STOOGES. Il gruppo sprigiona non note ma adrenalina pura ed il cantante, in forma strepitosa, è una trottola che rimbalza ovunque sullo stage e sul pubblico, tra il quale si getta più e più volte. Durante l' esecuzione di No Fun, riesce addirittura ad aprire una breccia nel cordone di sorveglianza, permettendo ad una decina di fans, che certo non si son fatti pregare, di salire sul palcoscenico e cantare insieme a lui un finale di pezzo a dir poco infuocato. Apoteosi anche durante il bis, la richiestissima I Wanna Be Your Dog. Eterno ragazzaccio.
Dopo Iggy mi son dovuto cambiare e così ho preso un pò di tempo per riposare in vista del gran finale.
Verso le 21 mi dirigo al palco Metal per assistere alla performance di un gruppo che nel Death ha fatto scuola: MORBID ANGEL. Il pubblico presente è caricatissimo e la band non delude sfornando sonorità di inaudita violenza e precisione, con un Trey Azathot in forma smagliante e un Vince come sempre satanico in ogni suo gesto.
Decido però di perdere il finale dello show per vedere quello dei PRODIGY sul Main stage. Riesco a seguire gli ultimi cinque brani, tra cui le celeberrime Firestarter e Smack My Bitch Up, che mandano la platea in visibilio.
Con questi spettacoli si conclude il festival,per quanto riguarda i concerti. La notte prosegue tra drinks e saluti, tra una zona e l' altra dell'isola. L' indomani bisognerà sbaraccare tutto entro mezzogiorno, e allora sì che sarà tutto finito.
16 agosto
Siamo già sulla via del ritorno ma l' emozione provata in questa vacanza particolare è ancora ben viva. L' esperienze vissute sull' isola sono state molto interessanti e positive, non solo per la possibilità di seguire numerosi artisti contemporaneamente, ma anche e soprattutto per l' atmosfera spensierata che si crea ed alla possibilità di conoscere tante persone nuove di ogni genere e cultura, musicale e non. A parte qualche piccolo inconveniente dovuto alla convivenza ravvicinata di così numerosa gente, l' organizzazione è veramente ottima e attenta a tutte le esigenze e alle eventualità.
Poi il rapporto qualità/prezzo è molto vantaggioso. Una bella esperienza che consiglio a tutti.