Claudio Filippini Trio - Facing North

Postato in Yasta la Vista

Scritto da: Nik

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 Cam Jazz, 2013

 

Nuovo album per il pianista pescarese che già si era fatto conoscere con l’ottimo lavoro “The Enchanted Garden”. Lo troviamo qui in compagnia di due fantastici musicisti che hanno saputo rinvigorire le sue idee in un momento di stasi artistica. E’ lo stesso Filippini che lo ricorda nelle note di copertina dell’album:”…mi è stata proposta in un momento particolarmente difficile della mia vita artistica. Mi sembrava di non riuscire più a crescere, avevo l’impressione che tutto quello che scrivevo si ripetesse sempre uguale”.
Da una parte troviamo il contrabbasista Palle Danielsson, con il suo suono pieno e rotondo, che ha collaborato con tutti i grandi da Jan Garbarek a Keith Jarrett ed attualmente fa parte del trio del pianista John Taylor.
Dall’altra Olavi Louhivuori è un batterista dall’enorme creatività che si era già messo in luce con il quintetto del trombettista Tomasz Stanko e successivamente nel trio del pianista Joona Toivanen. La nuova linfa prodotta dall’incontro con i due artisti scandinavi produce un album equilibrato teso alla pulizia formale e ad un rigore inatteso. Sei delle dieci tracce sono originali, caratterizzate da un forte approccio melodico, cantabili e piacevoli ma che denotano una sorta di malinconia impalpabile.

Dai classici e rispettosi omaggi a Henry Mancini e George Gershwin con rispettivamente “Nothing to Lose” e “Embraceable you” si passa a “Scorpion Tail” in cui il lieve approccio modale si scontra con le invenzioni ritmiche di Louhivuori. “Facing North” che da nome all’album sembra riassumere in se tutte le caratteristiche dello stesso.
“Landscape” con gli arpeggi iniziali ci riporta ad un impressionismo musicale  per poi passare, improvvisamente, ad un tema semplice e  lineare ma allo stesso tempo coinvolgente.
Poco più di tre minuti servono alla traccia “Sonatina” per introdurre l’altro strumento usato da Filippini: la celesta. Chissà se è stato un incontro fortuito in studio, come per Thelonious Monk nell’album “Brilliant Corners” oppure è stato progettato fin dall’inizio.
Chiudiamo con “Modern Times”, forse la traccia più solare dell’album, in cui l’interplay e il divertimento la fanno da padroni.
Progetti come questi, portati avanti da una realtà italiana come la Cam Jazz, ci inorgogliscono.

Claudio Filippini-Piano
Palle Danielsson-contrabbasso
Olavi Louhivuori-batteria