Laser Geyser – Innerself Surgery/Silver Strawberry For A Bullet (7”, Tannen, 2011)
Terzo 7" per il duo bolognese (contando anche lo split coi Cusak): batteria, chitarra, voce e la consapevolezza, loro e dell'ascoltatore, che nient'altro serve. L'intelligenza di Canjo e JJ sta nel non percorrere le consuete vie battute dai gruppi con ‘sì minimale assetto, rock'n'roll-pronti-via di sicuro effetto ma scarsa durata, che magari dal vivo ha ragione di esistere, ma su disco è del tutto superfluo, dando la loro personale interpretazione di suoni post, siano essi punk o hardcore. Sulla carta l'idea di una cosa del genere fatta senza supporto del basso farà certamente storcere il naso ai più, ma basterà un rapido ascolto per farli ricredere: l'alchimia funziona, dando vita a un suono spigoloso ma accattivante, divertente e suo modo ballabile. I Laser Geyser dimostrano così di essere l'anello mancante fra Chuck Berry e i Fugazi: Il suono è quello dei washingtoniani, debitamente asciugato, lo spirito quello del negretto che ha insegnato a camminare ad Angus Young. Si sentiva la mancanza di un gruppo così? Certamente no, come per milioni di altri, ma il fatto che esistano non è affatto male. Consigliatissima l'edizione digitale che ai due pezzi del vinile ne aggiunge altri 11 persi da registrazioni precedenti.