Ufomammut – Eve (Supernatural Cat, 2010)

Postato in Yasta la Vista

Scritto da: emi.

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È durata poco più di sei mesi la gestazione di Eve, il quinto album (se escludiamo la collaborazione coi Lento di Supernautral) degli alessandrini Ufomammut. Mesi spesi al Locomotore Studio di Roma a dare forma e rifinire pezzi e idee, alcune delle quali risalirebbero addirittura dai tempi dei Judy Corda, precedente gruppo di Poia e Urlo. Eppure non siamo di fronte a un’inversione di marcia, alla ricerca di un’ormai improbabile spontaneità giovanile, tentativo spesso foriero di album mediocri (penso a Hymn, che chiuse in ribasso la carriera dei Godlfesh, ma anche l’ultimo, prescindibile Neurosis), Eve è anzi l’album della maturità del gruppo, un unico brano diviso in cinque segmenti, contraddistinti dal semplice numero ordinale, per circa tre quarti d’ora di musica.

Album della maturità perché gli Ufomammut dimostrano di non aver più bisogno di affidarsi agli alti volumi o alle giustapposizioni piano/forte (stilemi ormai abusatissimi del genere) per risultare espressivi. Allontanatisi senza traumi dalle cadenze doom/stoner, giocano con le sfumature, dilatano i tempi senza far calare la tensione, dosando le emozioni negli ampi spazio delle composizioni pur mantenendo potenza e densità. Non crediate infatti che Eve sia un album leggero, è semplicemente (semplicemente?) un album che racconta il dopo apocalisse, disegnando paesaggi devastati ma a loro modo grandiosi, sui cui la furia degli elementi ha lasciato il segno. Qui sta la differenza fra un gruppo maturo e i soliti, scontati cantori dell’apocalisse: la furia viene raccontata, non ci si limita a metterla banalmente in mostra. Se dobbiamo accostarlo a un altro disco, non possiamo che citare nuovamente i Neurosis, ma stavolta quelli di Eye of every storm, con cui Eve condivide, oltre ad alcuni momenti, l’atmosfera generale. Non sarà facile dare un seguito a un album del genere, ma a questo penseremo fra un po’; ora godiamoci Eve.