ULTRAVOX - Ha!-Ha!-Ha!
Island records 1977
Siamo nel marzo del 1978, ho dieci anni e sono stato istradato da mio fratello maggiore ai nuovi suoni provenienti dall'Inghilterra.. Qualche mese prima nel mensilmente immancabile rockerilla d'allora lessi di questo disco uscito sul finire dell'anno precedente. Ebbene è il primo vinile che mi acquisto con le sei mila lire di allora presso il London Shop di Verona.
Fu amore che tuttora mi porto dentro e che risulta ancor oggi di estrema attualità. Gli Ultravox in pieno punk avevano avuto molto riscontro col loro primo ed omonimo album ma già discostati pur essendone in piena epopea, dalla causa punk sia nei testi ma sopratutto nell'uso di sintetizzatori Moog Arp di quel genio di Billy Currie (dopo il quale nessuno più si sentì suonare in tal modo) e che partendo da esperienze di derivazione prog era giunto a sperimentazioni di elettronica tedesca alla Faust, Kraftwerk, Neu!
John Foxx, autore di testi e musiche, frontman fascinoso è il leader incontrastato ed abbandona il look glam per uno già più in stile selvaggio come dettame dell'epoca.
Il disco parte con Rockwrock. E' irresistibile. Ha dei riff di chitarra travolgenti ed ossessivi, degli ottimi Steve Shears e Chris Cross, e ritmica mozzafiato di Warren Cann
Uscirà come primo singolo sul finire dell'anno.
Si sente uno schioccare di dita, la voce solitaria del buon Foxx e parte altrettanto sonoricamente devastante la parte strumentale di Frozen Ones, sulla falsariga del brano precedente.
In The Man who dies everyday emerge l'influenza del krautrock tedesco: cantato asciutto, ritmica asettica, sintetizzatore con echi di Trans Europe Express. Dopo Artificial Life, in cui si raggiungono le vette più alte di fragore d'intreccio sonoro tra sintetizzatori e chitarre, si giunge al pattern di drum machine che introduce una delle più celebri e belle canzoni della musica di quel decennio e che trasportano gli Ultravox nella storia della musica: cantato romantico, ritmica ossessiva ancora, sax dolce risultano di una bellezza immortale, una canzone senza tempo come Bowie, Eno, Beatles e pochi altri fino allora erano riusciti a fare.
Hiroshima mon amour. Una ballata, ispirata dall'amore impossibile del film di Resnais.
John Foxx abbandonerà la band nel 79 per intraprendere un'interessante carriera solista tuttora attiva mentre gli Ultravox di Midge Ure cadranno e scadranno sempre più in basso fino allo scioglimento definitivo della fine anni '80. Ma di quel periodo d'oro, di quei tre dischi di quegli Ultravox, molti critici ritengono Ha!-Ha!-Ha! il capolavoro assoluto. Sicuramente il più aggressivo, esplosivo (ricordiamo che siamo pur sempre nel '77 e sappiamo che annata fu) ed innovativo proprio perchè per la prima volta in stile del tutto originale fondeva punk a romanticismo, elettronica ed esplosioni elettriche e vocali, innovativo nella costruzione dei brani e nelle tecniche strumentali adottate.
Immancabile nei vostri scaffali.
Fu amore che tuttora mi porto dentro e che risulta ancor oggi di estrema attualità. Gli Ultravox in pieno punk avevano avuto molto riscontro col loro primo ed omonimo album ma già discostati pur essendone in piena epopea, dalla causa punk sia nei testi ma sopratutto nell'uso di sintetizzatori Moog Arp di quel genio di Billy Currie (dopo il quale nessuno più si sentì suonare in tal modo) e che partendo da esperienze di derivazione prog era giunto a sperimentazioni di elettronica tedesca alla Faust, Kraftwerk, Neu!
John Foxx, autore di testi e musiche, frontman fascinoso è il leader incontrastato ed abbandona il look glam per uno già più in stile selvaggio come dettame dell'epoca.
Il disco parte con Rockwrock. E' irresistibile. Ha dei riff di chitarra travolgenti ed ossessivi, degli ottimi Steve Shears e Chris Cross, e ritmica mozzafiato di Warren Cann
Uscirà come primo singolo sul finire dell'anno.
Si sente uno schioccare di dita, la voce solitaria del buon Foxx e parte altrettanto sonoricamente devastante la parte strumentale di Frozen Ones, sulla falsariga del brano precedente.
In The Man who dies everyday emerge l'influenza del krautrock tedesco: cantato asciutto, ritmica asettica, sintetizzatore con echi di Trans Europe Express. Dopo Artificial Life, in cui si raggiungono le vette più alte di fragore d'intreccio sonoro tra sintetizzatori e chitarre, si giunge al pattern di drum machine che introduce una delle più celebri e belle canzoni della musica di quel decennio e che trasportano gli Ultravox nella storia della musica: cantato romantico, ritmica ossessiva ancora, sax dolce risultano di una bellezza immortale, una canzone senza tempo come Bowie, Eno, Beatles e pochi altri fino allora erano riusciti a fare.
Hiroshima mon amour. Una ballata, ispirata dall'amore impossibile del film di Resnais.
John Foxx abbandonerà la band nel 79 per intraprendere un'interessante carriera solista tuttora attiva mentre gli Ultravox di Midge Ure cadranno e scadranno sempre più in basso fino allo scioglimento definitivo della fine anni '80. Ma di quel periodo d'oro, di quei tre dischi di quegli Ultravox, molti critici ritengono Ha!-Ha!-Ha! il capolavoro assoluto. Sicuramente il più aggressivo, esplosivo (ricordiamo che siamo pur sempre nel '77 e sappiamo che annata fu) ed innovativo proprio perchè per la prima volta in stile del tutto originale fondeva punk a romanticismo, elettronica ed esplosioni elettriche e vocali, innovativo nella costruzione dei brani e nelle tecniche strumentali adottate.
Immancabile nei vostri scaffali.
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