°Musica in 500 battute vol. IV
P.G.R. - Ultime notizie di cronaca (Universal, 2009)
L'epitaffio musicale di PGR è meno didascalico del precedente, ha toni soffusi e battiti sintetici bruttini, ma che ne esaltano la francescana povertà. Ferretti, finalmente, smette di parlare e reinizia a cantare (?), fra fiere dichiarazioni antimoderne e l'incombente presenza di Dio e della morte. Un disco per fan vecchi o della penultima ora, che rimpiangeranno il vecchio leader o si esalteranno per qualche nuova dichiarazione di fede. Che piaccia o no, almeno non è un disco socialdemocratico.
Brutal truth - Evolution trought revolution (Relapse, 2009)
Ritornano dopo lo scioglimento e qualche anno di latitanza i maestri del puro grindcore, imponendo ancora una volta la loro dura e distorta legge. Venti pezzi per quaranta minuti di musica (?), dove si affrontano senza mediazioni né sfumature, ma anche senza alcuna varietà, tutti i mali di questo mondo, in rigorosa, continua accelerazione. Ma ormai non hanno più nulla di nuovo da aggiungere alla loro carriera e tanto meno alla storia della musica estrema e passato presto lo shock inizia la noia.
Green Day - 21th Century Breakdown (Warner, 2008)
Riverniciati con una patina "impegnata" già col precedente disco, non potendo più attaccare l'idiota Bush ora che al potere è il negretto Obama, i Green Gay pensano bene di volgere lo sguardo all'aria di crisi che tira sull'Occidente. Diciotto pezzi per un estenuante concept album diviso in tre atti, che supera abbondantemente l'ora e i limiti della pazienza dell'ascoltatore con un rock slavato e privo di mordente, pieno di quelle ballatone che fanno tanto Aerosmith del periodo decadente. A morte.
My Awesome Mixtape - Other houses (free downlad Vitaminic.it, 2009)
In questo EP di un quarto d'ora abbondante, con tracce divise fra pezzi già sentiti dal vivo, novità e due remix, i MAM restano nel brodo che li ha generati: un pop non privo di buone intuizioni, disinnescate spesso da una musica troppo bidimensionale, fra forzati svolazzi vocali (gli orridi Enigma evocati in Brotherhood) e invadenti tastiere che fanno tanto indie italiota del XXI secolo (cit.). Dei remix, inutile e banale quello di Congo Rock, non male il secondo. Nel complesso, credevo peggio.