Rainbow - A light in the black: 1975-1984 (2015)
Label: Polydor
Issued: 2015
Una frettolosa ma prolissa carrellata retrospettiva stile soffitta di Pippo pensata per illustrare le poligonali sfaccettature del percorso musicale della band: dal chitarrismo funky tardo-Stormbringer degli esordi (Black sheep of the family) alle intuizioni turrite di Rising (ma il rough mix di Stargazer è introdotto da una tastierata fiacca), dalle lungaggini live dell'era R-J-D (una davvero eccessiva Catch the rainbow di ventidue minuti) vs. la AOR-furenza dell'era J-L-T (Una Spotlight kid live sovente collocata in apertura, i mediocri estratti dal tour di Bent out of shape). Poco interessanti le alt. take (la versione strumentale di Eyes of the world aggiunge ben poco; Ain't a lot of love in the heart of me non è altro che una Love's no friend più inciamposa), praticamente nessun inedito (Jealous lover e Bad girl erano già su Finyl vinyl e su un certo numero di deluxe). Destano curiosità le inopinatamente funkeggianti rehersal del 77 al Pirate sound e la manciata di live del periodo G-B (tra cui una catarrosissima Stargazer), (fin troppo) ampiamente documentato nelle pubblicazioni di pochi mesi più tardi. Nei fatti, un cofanetto troppo lungo e dilavato per il passante occasionale e troppo superficiale per il leprechaun rainbofilo incallito. Ingombrante l'assenza dell'omonima A light in the black.
Sì però avrei fretta: Still I'm sad (rehersal at Pirate sound) / Stargazer (live at Castle, Donington 1980)