Neil Young & Promise of the real - The Monsanto years (2015)
Issued: 2015
Label: Reprise records
E' ora di mettere a riposo il Cavallo pazzo in attesa di aprire sul serio gli archivi e trasformare il tutto in succulente bistecche discografiche. Eppure la recente combutta coi quattro giovani ronzini losengelini genera un disco in totale continuità con la caparbia e caotica discontinuità progettuale di Neil Young. Si apre col consueto anthem eco-qualunquista (A new day for love vs. Who's gonna stand up?), si prosegue tra miagolesche ballad da calzino in bocca (Wolf moon vs. Harvest moon), rugginose galoppate roboanti (Big box vs. Going home) o rarefatte (Monsanto years vs. No hidden path) e qualche eccentrica citrullaggine (l'incipit di A rock Star bucks a coffee shop). L'intento live-in-studio già sperimentato più volte in passato è lodevole, ma i Promise of the real non sono né i Crazy horse né i Pearl jam e questo Monsanto years non è né Ragged glory né Mirror ball. Neil Young, lui sì, è sempre Neil Young. Nella buona, nella brutta o nella cattiva sorte.
Sì però avrei fretta: Rules of change / If I don't know / Big box