Motorpsycho - The crucible (2019)
Issued: 2019
Label: Stickman records
Fulgida e acronica emanazione M-psychica da quella sorta di big bang stoner che prende il nome di Master of reality, il riffone arrogant/sour che prima introduce Psychotzar e poi si spappola in una sequenza di convoluzioni chitarristiche altissimamente iommi/zzate (più precisamente sabbath-bloody-sabbath/iommi/zzate) e blandamente starhammer/eggianti, ambiziosamente programmatico ma involontariamente rassicurante, colloca (suo malgrado) l'intero album in territori già ampiamente esplorati, non tanto dal precedente The tower come sostengono in parecchi, band compresa, ma anche e soprattutto dalle parte di Little lucid moments e Here be monsters (1 e 2), sensazioni peraltro rintuzzate dalle aurali sonorità in-the-court-of-the-beatles-king/hiani di Lux aeterna (cfr. Epitaph e in generale tutto il primo album K-C), perlomeno prima che la materia del cosmo si annichilisca nella caleidoscopica coda immensamente diffratta e, ora sì, quintessenzialmente crimsoniana (cfr. Pictures of a city, sul secondo album K-C). Sul retro, la confortevole suite di rito blandisce gli Yes di Close to the edge per erompere poi, squisitamente psychomotoria in un crescendo epico in linea coi momenti migliori, per esempio, di Gullibles travails e Here be monsters (la suite) a obliterare una ispirazione invero manierista eppure vividissima.
Sì però avrei fretta: The crucible