Franco Battiato - Inneres auge - il tutto è più della somma delle sue parti (2009)

Postato in Let It Bleed

Scritto da: Alberto Calorosi

Questo utente ha pubblicato 1301 articoli.

Franco Battiato Inneres augeIssued: 2009

Label: Mercury

 

 

 

 

 

 

Appare persino più spuntata e qualunquista della già rotondamente qualunquista Povera patria l'invettiva populista di Inneres auge, nei suoni allettevole, sì, ma nei fatti prossima alle involuzioni creative già codificate ne Il vuoto. Difficile credere che gli altri due inediti, Tibet e U'cuntu non siano addirittura scarti del già mediocre predecessore. Conferiscono la stessa spiacevole sensazione fondobarilesca le riesumazioni delle meno che mediocri L'incantesimo e Stage door, provenienti dai cidisinghel Il ballo del potere e Shock in my town, qui soltanto minimamente remixate, la cover inedita Inverno, addirittura terza fleur/ealizzazione da De André (forse la più convincente, finora), le ri-cover-ate Un'altra vita e No time no space, qui soltanto marginalmente aggiornate nel suono (c'è so stesso ch-tk/ch-tk danzereccio di Inneres auge e di fatto nient'altro) e pure le insignificanti Haiku e La quiete dopo un'addio, semplicemente accorciate rispetto alle giù piuttosto corte e scarsamente significative versioni originali. Un F-B mediamente concentrato assembla un'accozzaglia migliore di questa nel medesimo tempo che un articolista musicale scarsamente talentuoso si affanna a mettere insieme una recensione su una sciatta raccolta discograficamente insignificante.

 

Sì però avrei fretta: Inneres auge