Franco Battiato - Il vuoto (2007)
Issued: 2007
Label: Mercury
Esistenzialismo eleatico da apericena (Io chi sono?, Niente è come sembra) anche in versione cybermillennaria (Il vuoto, praticamente una frettolosa panoramica gear cam sui dintorni di Temporary road), una graminacea meteo/malinconia intrisa di un lirismo buffamente strabordante (Aspettando l'estate, Tiepido aprile) o comicamente esasperato (a confronto con Alekseij Salcazzo Tolstoj, l'autore del testo di Era l'inizio della primavera, Aldo Palazzeschi è un fottuto Chuck Palaniuk eroinomane) e i sempre più frequenti ripensamenti sentimentali, trattisi di rimpianto (Aspettando l'estate contiene una rovinosa citazione di De André) o invettiva (E i giorni della monotonia ha un impalpabile appeal Celentan/esco). Nei suoni, un album supinamente elettropop: Il vuoto si colloca da qualche parte tra Ermeneutica e Apparenza e realtà mentre il resto del disco è, nei casi migliori, una sorta di synthetica germinazione fleur/eale di Dieci stratagemmi barra Ferro Battuto (Niente è come sembra, Io chi sono, E i giorni della monotonia) oppure una flatulenta contaminazione ital-pop (Aspettando l'estate) di quelle che ci si aspetterebbe, che so, dai Negrita, giusto per citare una band che né voi né io abbiamo mai ascoltato con la seppure minima attenzione. A ricordarvi che questo è un album di Battiato rimane soltanto lo spleen sonico di The game is over, una straordinaria galoppata elettrodermica che vi parrebbe una sorta di I'm that versione discodance, se solo riusciste a immaginarvela.
Sì però avrei fretta: The game is over