Franco Battiato - Dieci stratagemmi (2004)
Issued: 2004
Label: Columbia
Nel trip-hop gommalaccaginoso dell'introduttiva Tra sesso e castità, forse collocabile tra Scherzo in minore e Shock in my town, o forse tra esaltazione ed esecrazione, tra rimpianto e un certo ingombrante senso di immanenza tecnicamente noto col nome di "palle piene", si riscontra una fatua germinazione dell'intero, eterogeneo album. Germinazione che anticipa i disordini di Ermeneutica (i rigurgiti integralisti terzomillennari come eiaculazione del colonialismo economico mondiale è un'immagine che l'autore di queste righe condivide fino all'ultima sforzata gocciolina), sì, ma anche le atmosfere panchino-letterarie di Fortezza Bastiani e Conforto alla vita, che potreste cogliere seminude, languidamente adagiate sul retro di Caffè de la Paix, ma anche (e soprattutto) le folgoranti saette (cant)autoriali di I'm that, straordinario duetto con Plastichina Scabbia dotato di un testo (tutto in inglese) al cui confronto Stargazer dei Rainbow è Vattene amore di Minghi/Mietta e una musica che semplicemente reinventa il concetto Battiatesco di power-metal, e persino il pop-rock stupefatto de L'odore di polvere da sparo, una sorta di omaggio a Max Gazzé mentre omaggia il suo maestro Franco Battiato (sentite il ritornello!). A debita distanza, le intemperanze fetal-EDM di Apparenza e realtà e l'altrettanto fetale 23 coppie di cromosomi che potrebbe episodicamente riportarvi alla perfezione incompiuta degli ultimi CCCP, quelli di Epica-E-E-P. In sintesi, uno degli album più creativi, sincretici e ispirati dell'intera discografia.
Sì però avrei fretta: Odore di polvere da spoaro / I'm that / Le aquile non volano a stormi