Franco Battiato - Fleurs (1999)
Issued: 1999
Label: EMI
Nella floreale gemmazione mediatica suscitata a suo tempo da questa (riuscita) operazione nostalgica, celebrare all'unisono il cantautore che celebra i cantautori (ne ebbe donde: i nomi sono Aznavour, Brel, Trenet, due volte De André, due volte Endrigo) sì è (forse intenzionalmente) trascurata la reale scaturigine di molte canzoni (La canzone dell'amore perduto è firmata da De André, sì, ma su musiche di Telemann; J'entend siffler le train è invece la riscrittura di un folk americano del '900; la stessa Era de maggio ebbe una gestazione piuttosto complessa), ciò che dovrebbe suggerire una chiave di lettura alternativamente sincretica. La scelta delle canzoni privilegia uno chansonnierismo ultraclassico infarcito di amori tormentati e ardori in via d'estizione, la cui drammaturgia è però (astutamente) raccontata dagli arrangiamenti più che dalle evoluzioni vocali, dove sappiamo che F-B ha la profondità di una sogliola sotto uno schiacciasassi (La canzone dei vecchi amanti di Brel - ma con un testo riscritto da Battiato e differente da quello di Patty Pravo del settantuno - è paradigmatica in questo senso). L'inedito Medievale giocherella leziosamente con il lessico medioevale in un modo che ricorda Segunda feira mentre l'altro inedito Invito al viaggio in chiusura riprende le sperimentazioni ambient già tentate su Gommalacca (Shakleton) e, successivamente, su Ferro Battuto (Il potere del canto)
Sì però avrei fretta: La canzone dei vecchi amanti