Franco Battiato - Ferro Battuto (2001)

Postato in Let It Bleed

Scritto da: Alberto Calorosi

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ferro battutoIssued: 2001

Label: Polygram

 

 

 

 

 

 

Ad essere solo moderatamente tranchant, si potrebbe sintetizzare che Running against the grain (feat. Jim "Claudiolippi" Kerr) stia a Strani giorni più o meno come una cacca di pannolino sta a una tartina di cioccolato confezionata da Ernst Knam. Nell'album, il più marcatamente pop dell'intera carriera (questo, e non Gommalacca come sovente si sostiene), la composizione (per ispirazione superiore a Gommalacca e prossima ai livelli tellurici de L'imboscata) tiene faticosamente testa alla implacabile mareggiata tecnopop (Sarcofagia; Bist du bei mir potrebbe rimpolpare il lato B di Caffé de la Paix; la miscela arabo/sicula della sorprendente Il cammino interminabile riprende in chiave inopinatamente EDM l'idea di Veni l'utunnu; la renderizzazione dell'iconica Hey Joe, qui tramortita da un coretto arabeggiante sul finale e dalla peggiore pronuncia anglofona di sempre) solo saltuarimante blandita dalle erbacce melomaniache fleur/eali (Lontananza d'azzurro, La quiete dopo un addio - a cominciare dai titoli). Nonostante Scherzo in minore, la canzone che più di ogni altra interpreta il concetto battiatesco di trip-hop, contenga meraviglie del calibro di "Mi risvegliavi un'innocenza pre-adamitica" e "l'uomo non è pietra di tungsteno", i testi sono senz'altro i più lucidi da almeno un decennio a questa parte.

 

Sì però avrei fretta: Il cammino interminabile / Scherzo in minore