Franco Battiato - L'ombrello e la macchina da cucire (1995)
Issued: 1995
Label: EMI
Melodie disarticolate reminescenti dei recenti lavori pall... ehm, colti dipanate in arrangiamenti limpidi ma al contempo confusionari (Moto browniano, L'esistenza di Dio, la comunque interessante Gesualdo da Venosa, sono cornamuse quelle che sentiamo in Fornicazione?) e un uso deus-ex-macchinistico dello strumento corale, inevitabile come le lumache dopo un temporale, che sopravviene ogniqualvolta la canzone sembra arenarsi, cioè molto spesso (l'inutile siparietto ethnic di Breve invito, L'ombrello, le pappagallistiche ripetizioni di ritornello di Fornicazione e Gesualdo, l'utilizzo ubiquitoso in Moto browniano e, in misure differenti, tutto il fottuto resto dell'album). Le architetture musicali eterogenee e tematicamente frammentarie (sentite anche le oommeggianti salmodie di Tao, talmente prossima al confine del ridicolo che se ne vanno in giro per l'album con duecentocinquanta milioni di passaportini caudati) ricordano l'impertinenza dei primi dischi, specialmente Pollution (Moto Browniano), oppure certi (successivi) riverberi chanson/classicistici (Un vecchio cameriere, su musiche di Haydn). I testi di Sgalambro (si tratta della prima collaborazione di una lunga serie) sono ingessati, scostanti, sedicentemente (spesso comicamente) ostentanti intellettualità. Acerbi. Resta il fatto che il riff iperzappiano di Breve invito a rinviare il suicidio vale da solo l'intero album.
Sì però avrei fretta: Breve invito a rinviare il suicidio / L'esistenza di Dio