Mark Knopfler - Down the road wherever (2018)

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Scritto da: Alberto Calorosi

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Mark Knopfler Down the road whereverIssued: 2018

Label: British grove records

 

 

 

 

 

 

 

Il Knopfler-roots (Trapper man) amplissimissimameeente esplorato nei settantadue minuti di questo Down the road wherever appare spericolatamente ondeggiante tra ballatone slow-blues notturne (Nobody's child e un buon cinquantaX100 del disco) e ballatonze slow-blues notturne-ma-un-po'-più-tardi-di-prima (Slow learner e il restante cinquantaX100 del disco), rintuzzato da trombette con sordina (When you leave), alogene suggestioni f'ancheggianti con protesi (Nobody does that, giustappunto), violini irish (One song at a time), big band (Rear view mirror) e una geronto-comica rivisitazione del concetto noffleriano di rutilanza, affidato qui a claudicanti mid-tempo del calibro di Heavy up, del singolo Back on the dance floor o ancora nel sax ottantiano di Good on you son, fantasiosamente collocabile dalle parti di When it comes to you e di conseguenza momento di massima prossimità nei confronti degli antichi fasti d-straits. La produzione imprescindibile e limpidissima, affinata in trent'anni di barrique musicale, conferisce una sensazione di patinata perfezione cristallografica che concretizza nell'opinione di chi scrive l'esatto opposto del concetto medesimo di rock. Un album che potrebbe collocarsi Down the discography wherever. O nello studio di un notaio.

 

Sì però avrei fretta: Nobody's child / Back on the dance floor / Good on you son