Alberto Cipolla - Branches (2018)
Label: Meatbeat records
Issued: 2018
Se da un lato la fulgida malinconia suggerita dai fraseggi di piano di A-C è intrinseca nella (abbondante, ma comunque misurata) profusione di arpeggi, dall'altro il pathos è nobilitato da un suono atmosfericamente emozionale ed eminentemente nordico (guardate fuori e se per caso piove maledicete il governo e riascoltatevi gli Arstidir) a rendere l'intento dell'autore e l'impatto sull'ascoltatore ambedue assolutamente limpidi (a partire dall'introduttiva Timelapse, ma anche Children, The wind e, in un certo senso, No regrets pt. 2). Quando c'è, la voce appare calda e prossima alla commozione, in una maniera che potrebbe ricordare un Antony inconsolabile per la sciagurata perdita dei suoi beneamati Johnsons (Children, ma soprattutto Two lovers). Meno incisivi i momenti più languidamente pop (Impromptu, ma anche No regrets, pt. 1 e una Foggy day soltanto apparentemente semplice), che fanno venire in mente certe nordicissime lungaggini acustiche inizio00 (guardate fuori e se sfortunatamente nevica tirate una madonna e mettete su i Kings of convenience). Lo sfogo elettronico esibito nella conclusiva No regrets, pt. 2, decisamente fuori contesto qui, è una outtake del prossimo disco arrivata dal futuro attraverso un buco nero.
Sì però avrei fretta: Children / Absence / Timelapse