Franco Battiato - Battiato (1977)
Label: Ricordi
Issued: 1977
Relativamente a Zâ, la suite che occupa interamente la prima facciata, le (involontariamente) buffe note di copertina, che trovate agevolmente su Wikipedia oppure ancor più agevolmente sulla copertina stessa suggeriscono allo svanverante autore di questo articolo una affascinante chiave d'ascolto secondo cui la melodia sarebbe codificata nella distanza temporale tra gli impulsi (qualche ingegnerone fece la stessa cosa qualche anno prima inventandosi la codifica digitale a durata d'impulso, poi utilizzata nei convertitori A/D di quegli anni) e l'armonia, invece, criptata nelle eoniche fluttuazioni del pitch dell'impulso tonale multiplo. Analogamente, la successione dei movimenti sarebbe individuabile nella tonalità dell'accordo (invero sempre dissonante) secondo uno schema A-B-A-finale. Secondo questa logica, la ripetizione finalmente identica del medesimo impulso in chiusura codificherebbe il suono per antonomasia: il silenzio. Più convenzionale appare il linguaggio di Cafè-table-musik, la suite collocata sul retro e caratterizzata da un pregevole arpeggio di piano coesistente con una alternanza di collage-orfico (ehi, questo l'ha detto, anzi, scritto l'autore) e da una banale scala di note che accompagna la chiusura, dove la de/ricontestualizzazione (dadaista? Io suppongo di no) è ugualmente veicolata nell'alternanza, diciamo così, sublime/banale dei due temi eseguiti al pianoforte. Perlomeno nell'umilissima svanverante opinione dell'autore di questo articolo. Articolo, badate bene, interamente scritto senza mai utilizzare la parola "minimalismo". Occazzo.
Sì però avrei fretta: Zâ