Benjamin Clementine - I tell a fly (2017)
Label: Behind
Issued: 2017
Se non riuscite a immedesimarvi nella furibonda intemperanza post-punk tipo David-Byrne-che-sputa-i-popcorn-sulla-faccia-di-Serj-Tankian, collocata nell'esatto centro di una romanntica sonata di pianoforte (Farewell sonata, appunto) né in quella specie di Tom Waits versione afro (anche nel ciuffo, diciamolo) pre-claypooliana che è God save the jungle, allora potrete impettirvi e battere i tacchi al cospetto dei coretti simil-armata-rossa-o-ancor-più-simil-leningrad-cowboys del vaudeville-prog Better sorry for asafe, disperdervi nel crooning disgregato di Paris cor blimey o nel romanticismo apocalittico di Phantom of Aleppoville (qualcosa che potrebbe assurdamente ricordarvi i Residents di Wormwood, o più probabilmente potrebbe ragionevolemte non ricordarveli), o ancora nella spettrale (forse phil-spettrale) conclusione della altrimenti beatlesianissima Jupiter. O infine gettare la spugna, magari proprio nel momento in cui vi rendete conto che One awkward fish vi sembra mescolare certo nu-prog nordico, una polleggiata jungle marcatamente elettronica e certe cose del prog70 più ortodosso (qualcosa di inspiegabilmente simile ai Major Parkinson, giusto per citare il riferimento più diametrale che potrebbe venirvi in mente). Gettare la spugna e gustarvi il disco per quello che è. Qualunque cosa sia.
Sì però avrei fretta: God save the jungle / One awkward fish / Phantom of Aleppoville