Swans - The seer (2012)
Label: Young god records
Issued: 2012
La perdita dell'innocenza (Lunacy, epicamente lamentosa o lamentosamente epica, decidete voi), una Natura perfida che consumiamo e che al contempo ci consuma (la Mother of the earth, costruita ipnoticamente attorno a un loop industriale quasi blues) alla quale siamo legati da un cordone ombelicale indissolubile (la sfatto/messianica The wolf) e che rappresenta l'unico strumento concesso all'umanità per avvicinarsi alla conoscenza (dopo un estenuante cluster iniziale e una ancora più estenuante catarsi sonica centrale si sviluppa, negli ultimi cinque minuti di trentadue totali, il tema di The seer; oppostamente, The seer returns riprende con immediatezza l'epos notturno di Lunacy). Una conoscenza in verità imperscrutabile (il 101% proof noise 93 ave. B blues) a chiunque non sia in qualche modo prescelto (tracce di blando superominismo al carbonio 14 nel folk cinereo angels-of-luminescente Song for a warrior). Ma l'identità del veggente si confonde nella moltitudine (la grandiosa Avatar) e la conoscenza si riduce a ricerca (la temporeggiante A piece in the sky, sfiancata da una intro incessante davvero eccessiva eppure svanverosamente collocata da M-G da qualche parte tra Sticky fingers dei R-S e Harvest di N-Y) e infine negazione (la conclusiva, straordinaria The apostate, squisitamente sonica e al contempo ossessivamente tribale) della medesima. La gigantografica cosmogenesi apostatica M-Giraniana sublima temporalmente per quasi due ore terrestri acquisendo fattezze di proporzioni apparentemente post-apocalittiche. Attenzione. Si tratta soltanto dell'inizio. Eccellente il bonus DVD Live 2010/2011, la cui scaletta ricalca quella di We rose from our bed..., con la notevole eccezione di una irriconoscibile Avatar.
Sì però avrei fretta: Avatar / the apostate