Gold miners night club - Gold miners night club (2017)

Postato in Let It Bleed

Scritto da: Alberto Calorosi

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goldminersLabel: autoproduzione

Issued: 2017

 

 

 

 

 

 

 

 

Una manciata di rocchenroll energetici (Rock n' roll song, appunto), polleggiati (la flessuosa Everybody wants to be like me è ahimè intercalata da piuccheopinabile interludio quasi-rnb con tanto di autotuning), funkeggianti (più precisamente fukkeggianti: Shut the fuck up, appunto) o ancora aromaticamente punk n'roll (I live my live, ma perché quella batteria così sintetica?): non è difficile ipotizzare che tra i più assidui frequentatori del malandato night club dei minatori bresciani vi sia un certo Billy Gibbons (tutto l'album, ma forse I wanna fah e Gummy eyeball sono i brani maggiormentte ZZ-eggianti). A tratti meccanico e privo di corpo il suono, è senz'altro frutto della (coraggiosa seppure eccessiamente diffusa) scelta di esibirsi in duo. Indubbiamente da sistemare l'accento anglofono nelle parti cantate. Si raccomanda l'esecuzione a cappella di Subterranean homesick blues per almeno cento volte. E tre paternoster.

 

Sì però avrei fretta: I wanna fah / Everybody want to be like me

 

 

Tre domande alla band

Q1 - Nell'articolo ipotizzo che Billy Gibbons sia un assiduo frequentatore del Gold miners night club. E' così? Chi altri?

A1 - Ipotizzi bene! Billy viene spesso al Gold Miners e di solito ordina una birra ghiacciata. Nelle serate in cui ha voglia di compagnia può trovare Muddy Waters, Bon Scott e Jack White, insieme a Janis Joplin, Robert Downey Jr, P!nk e Jessa Rhodes.

Q2 - Chitarra e batteria. Niente basso. Come fate dal vivo?

A2 - Come facciamo dal vivo? Venite a sentirci e lo scoprirete! (Spoiler: spacchiamo).

Q3 - OK, e adesso?

A3 - E adesso sconvolgiamo uomini e eccitiamo donne in giro per l’Italia. E nel frattempo scriviamo nuovi pezzi caldi come il whisky.