Dream theater - The astonishing (2016)

Postato in Let It Bleed

Scritto da: Alberto Calorosi

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Dream theater The astonishingLabel: Roadrunner records

Issued: 2016

 

 

 

 

 

 

Nel 2285 l'oppressivo Impero del Peto Preponderante, comandato dal fetido tiranno Na-fart avrebbe vietato tassativamente i rutti, se non fosse che il dotato Gabri-burp salverà il mondo portando clandestinamente in tournée un musical intitolato This is ruttosound! (leggetevi la sinossi nella wiki-pagina inglese di The astonishing prima di insultarmi, dopodiché pensate come se la riderebbe un Frank Zappa che immaginereste ancora seduto ancora là, a sbronzarsi nel garage di Joe con un paio di quarts-a-beer). Tecno-tarabaccolamenti disseminati ovunque (Descent of the Nomacs, The hovering sojourn, Digital discord), una pompo-spettrale Dystopian overture in realtà più simile a un pre-cog medley dei temi poi sviluppati (ma quello che accade un po' prima del minuto 2 ha del ridicolo). E poi, davanti a voi, una colossale distesa di prog-ballad tipo ritagli di, boh, Forsaken (The answer, When your time has come e tre quarti del resto) ammonticchiate le une sulle altre a mo' di discarica sonora, interpretate con la consueta professionale convinzione dal buon FiatelLaBrie (Act of Faythe). E poi applausi, chiacchiericci, rumori assortiti, estemporanee sortite (le trombette tardomedievali di A saviour in the square, le cornamuse di The X aspect, il finale di A better life che trasmuta in una sorta di tango interstellare) e un desolante sahara creativo a comporre la più ponderosa, tronfia, pretestuosa e sfrangiata collezione di scarti della storia del rock. Stupefacente, sì. Esattamente.

 

Sì però avrei fretta: Three days / Ravenskill