Umberto Maria Giardini - Futuro proximo (2017)
Label: La Tempesta dischi
Issued: 2017
Transitori (Onde). Distanze (Il vento e il cigno). Impossibile misurare lo spazio e il tempo se non attraverso le emozioni. Una conseguita, irrevocabile impossibilità di comunicare (cfr. la amniotica Avanguardia) raccontati con un ermetismo gentile e obliquamente naif ("Noi, l'antimateria della realtà", Mea culpa), imprescindibile tratto cantautoriale di U-M-G, the-artist-formerly-known-as-Moltheni. E poi c'è l'ignoto. Orizzontale: il futuro blandamente distopico fatto di nuovi amori tridimensionali, multinazionali, Cina e islam, quello di Alba boreale. Verticale: il ficcante misantropismo che emerge dalla colloquiale Caro Dio, collocabile grosso modo tra il Battiato di New frontiers e il Ligabue di Hai un momento, Dio ("Nel comportamento umano colgo lacune di concetto / valanghe nel cervello"). I suoni ventosi a tratti ricordano i momenti migliori dei CSI, con tinte dream-progressive, cfr. Dimenticare il tempo e i 5/4 di Il vento e il cigno, wave (soprattutto nel titolo), cfr. Onda, e sparute inclinazioni nordic-prog, cfr. l'eccellente strumentale Ieri nel futuro proximo. Ascoltate questo disco cercando di contare tutte le volte che U-M-G trasforma in E le I con accento tonico (in Dementecate el tempo ne troverete parecchie).
Sì però avrei fretta: Mea culpa / Il vento e i cigni / Ieri nel futuro proximo
Tre domande all'autore
Q1 - Il futuro proximo somiglia a una sconsolata distopia sull'incomunicabilità. Vuoi descrivere il percorso artistico che ha portato a un album come questo?
A1 - Il percorso artistico che ha portato al concepimento di questo album non è molto differente dagli altri precedenti. Successivamente a Moltheni ho sempre realizzato dischi di grosso spessore, se non altro meno leggeri dove la scrittura oramai quasi dimenticata da chiunque ha invece rappresentato per me un grosso e imprescindibile valore. Ho pensato molto e sono stato molto concentrato su tutto, soprattutto negli arrangiamenti. L'incomunicabilità e la totale dipendenza dalla rete delle persone sono state le maggiori esperienze su cui appoggiare i significati dell'album. Oggi tutto è fasullo e scadente, e piu' lo è e piu' convince chiunque.
Q2 - Che cosa ti sei lasciato alle spalle quando hai ammazzato Moltheni?
A2 - Nulla. Soprattutto perché non ho ammazzato nessuno, ho semplicemente chiuso un progetto che stava morendo a differenza di cosa pensasse la gente ingenua e ignara della realtà. Una sorte di presagio agli attuali anni, in cui tutto puo' essere facilmente sostituito e dimenticato in un attimo. Tengo con me tanti buoni ricordi preziosi e legati a quegli anni in cui tutto ancora brillava.
Q3 - OK, e adesso?
A3 - Adesso si lavora sempre. Sto preparando un nuovo album che avrà sonorità molto dure. Secondo me c'e' talmente tanta merda in giro che prima o poi tornerà la voglia di rock e di chitarre e strumenti suonati veramente. Tutta quella musica sciocca suonata con le basi ha vita breve, io so attendere.