Brainticket - Cottonwoodhill (1971)

Postato in Let It Bleed

Scritto da: Alberto Calorosi

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Brainticket CottonwoodhillLabel: Bellaphon

Issued: 1971

 

 

 

 

 

 

Un forsennato riff hammond/chitarra funkettoso e iperpsicotico sfolgora attraversando ognuno dei ventisei fottutissimi minuti spalmati sulle due facciate del vinile, corredato da minacciosi svanveramenti iperventilati e pre-orgasmici esternati della sovraeccitata vocalist Dawn Miur, suoni elettronici, sequencer, martelli pneumatici, rumore di un sacco di roba che si rompe (e, a un certo punto, per nessuna buona ragione, il celeberrimo sol-sol-sol-mibemolle della Quinta di Beethoven, universalmente noto come ta-da-da-dan!) a comporre una sgangherata (ma gradevolissima) saga ostentatamente kraut (Neu, Faust) ma anche non-kraut (certi coevi Gong) negli intenti eppure subliminalmente psych nella produzione, che non vi verrà in mente (perché dovrebbe?) di confrontare col Concerto delle menti di Pholas dactylus. Il disclaimer da locandina z-movie sul retro "only listen once a day to this record: your brain might be destroyed" fu incredibilmente preso sul serio e causò noie con la censura in alcuni paesi. Completano il disco, la funkeggiante/acidissima Black sand e la più rassicurante Places of light (Caravan, Jody grind) con tanto di flauto classic-progressivo, entrambe interpretate ora da una subacquea D-M post-fattanza.

 

Sì però avrei fretta: Black sand