Pearl jam - Ten (1991)
Label: Sub pop
Issued: 1991
Un solidissimo storytelling sprinstiniano: lo sguardo pietoso sul mondo capovolto degli homeless di Even flow o nelle braccia alzate a V del baby-killer Jeremy, oppure lo sguardo interiore, sincero e volubile, di Alive. Una devozione musicale profondamente classicista: pensate al finale schinirdiano di Alive che non può non riportare alla mente la galoppata conclusiva di Free bird, ai tinteggi tiritera-psych di Garden (il cui ritornello " I will walk with my hands bound / I will walk with my face blood / I will walk with my shadow flag" ogni volta finisce direttamente sotto la pelle del sottoscritto senza transitare dalle orecchie), all'attitudine psych-jam in chiusura di Even flow, alla spin-the-black-furenza di Porch, al garage-funky liquidissimo di Why go. Una produzione rifinita al limite della ridondanza: di nuovo Why go, la profondità di campio di Release, le percussioni etno-zeppeliniane di Oceans generate, si narra, da un macinapepe e un estintore (e il cui testo sarebbe stato scritto da Vedder nel tempo che intercorre tra il campanello che suona e la band che va ad aprire il portone). Bene. Ora, a parte i tredici milioni di dischi nel novantadue e la città di provenienza, mi spiegate cosa diavolo c'entra tutto questo con quella cosa universalmente denominata granj?
Sì però avrei fretta: Garden / / Black / Release