Please Diana - Esodo (2016)
Label: Phonarchia
Issued: 2016
Nei testi, un tormentato esistenzialismo post-teen diffusamente ficcante ma a tratti brancolante (Sabbia, Volto), e, nei suoni, un interesse nei confronti di ciò che ne è conseguito in quel periodo insolitamente fecondo collocabile tra fine80 e metà90: Marlene kuntz (Percorso), Afterhours (Sabbia), Ustmamò (Volto), CSI (Pietre), Verdena (Eroi) e, fuori dai confini, la Touch and go, i Pearl jam (nei momenti più mellow) e certe nuove wave britanniche. Un'attitudine ammiccante e devozionale probabilmente sintetizzata nel modo concitato e deluso in cui gli uomini raffigurati in copertina salutano le mongolfiere come se fossero occasioni perse. Produzione limpida e consapevole, fatta eccezione per certi discutibili oh-oh oh-oh glam-rock (Percorso, Sosia) che vanno provvidenzialmente a sparire nel prosieguo, e una performance vocale precisa e potente (Eroi) ma a tratti un po' troppo consolatoria, nel senso di carmenconsolatoria (Porpora et al.). Il talento musicale della band è mirabilmente sintetizzato nella conclusiva Felina, sorta di impossibile crasi post rock tra gli Smashing pumpkins di Mellon Collie, l'ukulele di Eddie Vedder, il britpop e La cura di Franco Battiato. Una di quelle canzoni che potevano essere assolutamente così o del tutto differenti senza perdere un microtesla del proprio intrinseco magnetismo.
Sì però avrei fretta: Felina / Sabbia
Tre chiacchiere e un in bocca al lupo
Q1 - Marlene kuntz, Verdena, Afterhours, CSI. Con quali di queste band vi fareste una birra oggi? E con quali una session di registrazione? E vent’anni fa?
A1 - Per la birra senza dubbio con i Verdena, sembrano persone molto simpatiche. Per la session di registrazione direi Afterhours, per il calibro indiscusso dei membri. Venti anni fa ti direi Marlene, perché dai, Catartica è un album sul quale non c'è nemmeno bisogno di spendere parole.
Q2 - Felina rappresenta per voi un esperimento estemporaneo o un piano quinquennale?
A2 - Felina è nata in sala prove, proprio come il resto dell'album, e dopo quella lunga introduzione ci stavamo scervellando per farla rientrare nella forma canzone standard con strofe e ritornelli. A quel punto dissi: "E se tipo ce ne fregassimo? Non possiamo farla diventare un pezzone post-rock con il finalone strumentale?". L'esperimento ci è piaciuto e credo possa piacere anche a chi la ascolterà; può darsi che per un paio d'anni ascolteremo solo Sigur Ros, God is an Astronaut e Butterfly Explosion e pubblicheremo un cd post-rock, ma può darsi anche di no. Non abbiamo stabilito nulla, vedremo che direzione prendere quando cominceremo a scrivere il terzo album in base al mood del momento.
Q3 - Se le mongolfiere in fase di decollo rappresentano l’esodo come fuga dal proprio mondo, allora le persone che accorrono a terra stanno salutando oppure sono semplicemente arrivate troppo tardi?
A3 - A dire il vero non è nessuna delle due cose, anche se apprezzo molto la visione pessimistica dell'essere semplicemente arrivati tardi. Il pessimismo fa sempre figo. Comunque la realtà è che non c'è contemporaneità nella copertina, è più una sorta di sequenza. Gli uomini raffigurati stanno correndo affrontando un percorso, con degli ostacoli (rappresentati dal recinto) che intendono superare per arrivare al dopo; un ideale comune, un obiettivo, raffigurato dalle mongolfiere. È un po' la solita vecchia storia sempre veritiera delle pene che bisogna passare, dell'impegno e del tempo che bisogna spendere per ottenere e realizzare qualcosa che si desidera.