Tunguska - A glorious mess (2016)
Label: autoproduzione
Issued: 2016
Rugginosità youth-soniche potenziometriche, coniugate a tentazioni indie-pop di ispirazione anni-novanta-vs-beatles (Scratch your name upon my skin vs. Anywhere but here). Gennaro Spaccachitarre si controlla sicuramente le scarpe quando suona la chitarra, e canticchia con modesto cipiglio billycorgan/iano. Il songwriting appare calibrato, ma la produzione riverberante e forse eccessivamente ovattata ammorbidisce e uniforma un po' troppo, nell'umile opinione del sottoscritto. Possibile rilevare i Cure più chiaroscurali, vale a dire quelli dei primi album, i Sonic youth meno autoindulgenti, vale a dire quelli di Daydream nation e Sister, i Royal trux meno digrignanti, vale a dire nessuno. Ma anche certi easy-melodismi iniziottanta alla Orchestral manoeuvres in the dark (Enola gay vs. Everything you know is wrong), anche se risulta evidente che il duo di Forlì non lo ammetterà neanche sotto tortura.
Sì però avrei fretta: Knives / Tomorrow's voice / Action reaction