Billy Idol - Kings & queens of the underground (2014)
Label: BFI records
Issued: 2014
Quel giovinastro sbilenco ed erotomane con i capelli dritti e le labbra storte che incrociando Robert Plant nei corridoi del Polar Studios di Stoccolma nel settantotto gli vomitava addosso un distillato di odio squisitamente punk per quel ventre molle, reazionario, miliardario e strafatto che era diventato in soli dieci anni lo star system del rock, e che Plant medesimo incarnava alla meraviglia, quel medesimo giovinastro, trentasei anni più tardi si veste esattamente come allora, si tinge i capelli dello stesso colore e si presenta con un album talmente nostalgico che a confronto Eskimo di Guccini è un inno futurista. Rimpinzatevi di pasta al forno cucinata da vostra suocera, dopodiché mettete su questo disco e sbattetevi sul divano. Un dormiveglia agitato. Oltre al corpulento sciacquone di ribellione Yell, giù di Psychedelic furs, primi Simple minds, Bono, e poi oltre, molto oltre, fino a Self control di Raf, Picnic at the whitehouse e via, fino alla sublime Samurai di Michael Cretu. Se pensate che tutto ciò che è venuto dopo Blade runner e I giustizieri della notte non può essere definito cinema, questa domenica pomeriggio si rivelerà indimenticabile.
Sì però avrei fretta: Can't break me down / Save me now / Eyes wide shut