Jethro tull - Rock island (1989)
Label: Chrysalis
Issued: 1989
Indissolubilmente transizionale se indossando gli occhiali dell'ottantanove, Rock island è a posteriori la pietra miliare più vistosa all'interno della solidamente erratica discografia della band: quella della virata (definitiva) nella direzione (nella di-reazione) del neonato classic-rock (per chiarire il concetto si potrebbero ascoltare in successione Dirty work [1986] e Steel wheels [1989] dei Rolling stones), uno svolta spensierata e discutibilmente nostalgista dove si discetta poco argutamente di giovani fanciulle belle e pericolose (Undressed to kill), licenziose effusioni destinati a fortunate entità erettili (l'ineffabile singolo Kissing Willie), Fallout radioattivi che mandano all'aria festicciole danzerecce ("What goes up has to fall back down / It's no night to be out dancing in a party town", Heavy water), poi una specie di Blowin' in the wind da scuola materna (Another Christmas song) e quell'impressionismo raffazzonato che già fece la fortuna di certi albumetti tardo-70 (Rock island, The whaler's due). Oppostamente, il disimpegno giova ai contenuti musicali, mai così solidi forse addirittura dai tempi di Thick as a brick. Il ragazzotto un po' scemo dotato di mano lesta raccontato in Big riff and mando sarebbe Martin Barre.
Sì però avrei fretta: Heavy water / Rock island / Another Christmas song