KING DIAMOND - Abigail

Postato in Il Pozzo dei Dannati

Scritto da: PaoloNadir

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(Roadrunner Records, 1987)

Correva il 1987 ed il “Re” dava alle stampe un album destinato a rimanere per sempre nel cuore dei suo fans. Per il sottoscritto fu il fortunato incontro con un artista che conosceva solo per qualche lettura veloce sulle riviste dell'’epoca, ma mai incontro fu musicalmente più fortunato.

Abigail è un disco o una storia?

Tutti e due ma forse addirittura un film portato su vinile ed in musica, fatto di trame vocali teatrali e di melodie a tratti indimenticabili su cui grava come una nube in tempesta il concept cupo e gotico della storia narrata, ma andiamo per ordine…

Una voce maligna ci prende per mano nei primi solchi del lavoro :

“We’re gathered here tonight to lay to rest…”

E quell’oscuro funerale che apre e chiude la storia di Miriam Natias e Jonathan La Fey novelli sposi in viaggio verso l’antica magione di famiglia dei La Fey.

Arrival si apre con un meraviglioso tema di Andy LaRocque (eccellente chitarrista a mio avviso troppo sottostimato nella scena metal).

“Through the summer rain…”

Il re inizia a condurci per mano nella tragedia che attende i due giovani, e quando i cavalieri neri approcciano la carrozza per lanciare un disatteso e sinistro avvertimento sembra quasi di essere spettatori vivi e presenti. Musicalmente siamo, e questo permarrà per tutto il lavoro, su un heavy metal classico molto ben suonato ricco di riff a tratti memorabili interrotti da soli di enorme gusto ed accompagnati dalla voce che spazia da toni bassi a falsetti “opereschi”.

Il secondo pezzo è “Mansion In Darkness” e a modesto giudizio di chi scrive è forse il pezzo più bello di tutta la discografia della band. Si inizia con un’apertura melodica da brivido malinconica e dolce allo stesso tempo come a dispiegare il fatto che si sta compiendo.

Ritmica cupissima e grande prova vocale come al solito, ripresa del tema verso metà del pezzo e assolo memorabile. Una di quelle canzoni che riascolteresti all’infinito.

“The Family Ghost” inizia con un bell riff seguito da un altro grande assolo(come detto in precedenza le soliste in generale sono su livelli di assoluta eccellenza).

Si ripete l’atmosfera generale del lavoro, sembra di esserci dentro e questa è forse la vera grandezza al di là dei pezzi tutti ottimi, personalmente più che un disco mi sembra di assistere ad un film,

(certo un po’ di comprensione dell'’inglese aiuta nel compito).

LaRocque nuovamente sugli scudi e pezzo notevolissimo.

Lasciamo la “cripta di famiglia” per un arpeggio triste dai tratti “spagnoleggianti”.

Siamo a ”7th Day of July 1777” e nuovamente riff tematico di apertura (con sapiente uso della barra del tremolo) grandioso. Il re ci narra di come il vecchio conte…Ma non roviniamo la sorpresa a chi volesse avvicinarsi a questo disco per la prima volta (fatelo!), dico solo di ascoltare la linea melodica vocale.

Un riff pesante ci introduce alla successiva “Omens” ed è tutta l’atmosfera del pezzo ad essere oppressiva. I presagi iniziano a manifestarsi nella sperduta dimora dei LaFey e noi li seguiamo accompagnati dagli urli “nevrastenici” del re che alterna a tratti una voce più roca e maligna.

Al solito bellissimi i soli (che come avrete capito sono fra le gemme di questo lavoro), ascoltare cosa succede a 3.02…Verso il finale del pezzo al recitazione vocale raggiunge livelli grandiosi…”It’s moving…”

Giro di basso e riff quasi Priestiano aprono “The Possession” ed adesso le tematiche ritmiche voglono nuovamente su accenti più pesanti sottolineando gli accadimenti della vicenda narrata.

Inutile di dire che la voce ci porta letteralmente a teatro.

Break arpeggiato e via ai soli.

“I’m having your baby…”Brivido…

E giungiamo alla title-track con inizio barocheggiante che introduce un altro grande riff.

“Abigail…”Comincia a cantare il re e noi siamo pronti per altri minuti di orrorifica follia.

Così il riff si succede interrotto qua e là dagli interventi solistici sino alla chiusura orchestrale della canzone.

“Black Horsemen”è il pezzo di chiusura ed inizia con un arpeggio triste su cui s’innesta una voce narrante che ondeggia fra il falsetto ed il parlato.

Siamo quasi alla fine della nostra storia…Tornano i cavalieri neri,

e con loro un riff possente sovrastato da un arrangiamento vocale che ne amplia l’armonia e lo porta ad un bel refrain melodico.

Questa è forse la canzone più “pomposa” del lavoro anche se le coordinate musicali restano sempre quelle dell’intero lavoro e via così, fra recitato, assoli e spunti melodici…

La canzone termina e con essa la storia che ci è stata narrata, riportandoci logicamente all’inizio.

…”I O’Brien of the black horsemen…”

Abigail è un disco(?) meraviglioso, il lavoro che personalmente consiglierei a chiunque volesse avvicinarsi a King Diamond.

Track listing

No.

Title

Writer(s)

Length

1.

"Funeral"  

King Diamond

1:30

2.

"Arrival"  

King Diamond

5:26

3.

"A Mansion in Darkness"  

King Diamond, Andy LaRocque

4:34

4.

"The Family Ghost"  

King Diamond

4:06

5.

"The 7th Day of July 1777"  

King Diamond, Andy LaRocque

4:50

6.

"Omens"  

King Diamond

3:56

7.

"The Possession"  

King Diamond, Michael Denner

3:26

8.

"Abigail"  

King Diamond

4:50

9.

"Black Horsemen"  

King Diamond

7:40

 
Voto : 95/100